Il 16 ottobre a Bologna si è tenuto il primo incontro del percorso “Fare spazio alle ecologie urbane” organizzato dalla rete Bologna for Climate Justice. Condividiamo qui di seguito il report dell’incontro, pubblicato settimana scorsa sul sito della rete. La pagina di presentazione del percorso, con gli incontri passati e futuri può essere consultata QUI
Mercoledì 16 ottobre si è svolto il primo dei tre incontri verso lo spazio delle ecologie urbane: un luogo da costruire collettivamente nel quale discutere e fare, praticare e sperimentare. Insieme.
Per questo motivo vogliamo creare uno spazio capace di aggregare e moltiplicare energie, ma anche di stare in relazione con l’ecosistema di lotte, rivendicazioni, pratiche che hanno attraversato e attraversano la nostra città. Il cosa realizzare e il come farlo sono l’oggetto dei tre incontri che abbiamo organizzato.
Il primo incontro aveva l’obiettivo di conoscere e coinvolgere le persone interessate, a partire da un primo brainstorming collettivo; nei tavoli, infatti, abbiamo cercato di immaginare concretamente le tante forme possibili dei verbi desigillare, forestare, cucinare, partendo da due domande:
- che cosa dovremmo fare nell’urbano su questo tema?
- se e come vorresti/potresti contribuire (tempo, competenze, strumenti/mezzi, ecc.)?
Nei prossimi paragrafi abbiamo provato a produrre una sintesi ragionata delle idee, delle suggestioni e dei contributi emersi durante la serata.
Desigillare è:
- Riappropriarsi e trasformare spazi abbandonati, terreni, parcheggi, piazzali, e depavimentarli (ovvero rimuovere asfalto e cemento), e liberare spazio pubblico per attività sociali;
- Trovare forme per connettere e intersecare umano e non umano (es. mondo animale e mondo vegetale), creando e nutrendo nuove relazioni e reti.
- Restituire spazio e valore all’elemento dell’acqua;
- Ripensare la mobilità, perché una mobilità più pedonale e ciclabile può ridurre le superfici asfaltate e liberare spazi collettivi;
- ‘Desigillare’ il nostro sguardo e il nostro modo di vedere la realtà attraverso iniziative ed azioni artistiche e culturali.
Forestare è:
- Sviluppare nuove relazioni, in primis quella con gli ecosistemi e tutti gli organismi animali e vegetali che li compongono, e nuove competenze necessarie per agire nella direzione di una forestazione consapevole;
- Aumentare e prendersi cura del verde nelle zone desigillate o desigillabili provando a rivedere il paradigma unicamente utilitaristico verde urbano-umano;
- Rafforzare e diffondere la pratica degli orti urbani, nell’ottica di redistribuzione e riappropriazione delle risorse e come strumento di socialità, ri-connessione e sperimentazione;
- Rivendicare un accesso collettivo al benessere e alla bellezza che caratterizza la vicinanza alla natura e la presenza del verde in città, a partire dalle aree più periferiche e vulnerabili.
Cucinare è:
- Recuperare sapere e tradizioni locali e promuovere approcci inclusivi e “vegetali” al cibo
- Riappropriarsi della dimensione relazionale e comunitaria collegata al cibo (mensa o spazi collegati al cibo autogestiti e popolari, forni e orti comunitari, comunità di supporto all’agricoltura)
- Ripensare l’acquisto e il consumo in chiave consapevole, solidale e locale
- Lottare contro lo spreco alimentare e risignificare il concetto di scarto e fine in chiave rigenerativa (ad esempio attraverso la pratica del compost comunitario)
Gli altri possibili verbi dello spazio delle ecologie urbane sono:
- Condividere pratiche, saperi e strumenti “ecologisti” (in senso ampio) dal basso, da come risparmiare energia nel riscaldamento a casa a modalità di protesta e rivendicazione;
- Comunicare e sensibilizzare in modo efficace e non colpevolizzando il singolo, ma rendendo le istanze ecologiste una questione collettiva e politica anche dal punto di vista (in)formativo;
- Scambiare, riutilizzare e autoprodurre non solo cibo, ma anche vestiti e ciò di cui abbiamo bisogno e desiderio;
- Filtrare e purificare l’aria, ad esempio attraverso dispositivi/meccanismi biologici
- Ospitare a prezzi accessibili nell’era della Bologna turisticata, e trovare pratiche di resistenza collettiva alla turistificazione dello spazio urbano.
Leggi l’introduzione al primo incontro.
Se invece vuoi vedere la lista di tutte le idee e le proposte fatte durante il primo incontro, clicca qui.