di Emilia-Romagna Coraggiosa
In queste settimane abbiamo girato tutta la regione per ascoltare idee e raccogliere criticità, non ultimo ieri sera a Bologna, davanti a più di centocinquanta persone. Abbiamo accolto il contributo di tante e tanti: mondi associativi, civici, esperti, sindacati, che ci hanno permesso di costruire proposte coraggiose che lanciamo nel dibattito verso le elezioni regionali del 26 gennaio 2020, e che in questi giorni offriamo alla discussione con Stefano Bonaccini e la coalizione, fiduciosi di poter avere un confronto aperto e franco per provare a costruire una visione condivisa del futuro dell’Emilia-Romagna, all’altezza delle nuove sfide che abbiamo di fronte: l’emergenza climatica e quella sociale.
E’ l’ora di scegliere tra “la speranza” di un mondo migliore o la “capitolazione” ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres aprendo la Cop25 di Madrid. Facciamo nostra la speranza, quella speranza che ha sempre animato le nostre genti per dire che in essa risiede quel potere trasformativo che può vincere queste sfide, coniugando transizione ecologica e lotta alle diseguaglianze.
Per questo abbiamo avanzato un coraggioso patto per il clima, sulla scia di ciò che sta facendo la Nuova Zelanda, che attui un piano verde d’investimenti e di azioni comuni, forte di una nuova alleanza fra regione, cittadini e cittadine, settori pubblico e privato, sindacati e mondo produttivo, capace di avviare quella transizione energetica necessaria a far diventare l’Emilia-Romagna il cuore verde del Paese, rendendo tutte le politiche regionali coerenti con gli obiettivi dell’agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, al contempo rilanciando un’occupazione di qualità assieme a prosperità, responsabilità ambientale, inclusione sociale.
Obiettivi: piena decarbonizzazione entro il 2050 e passare al 100% di fonti rinnovabili entro il 2035. Riforestazione per ridurre le emissioni di CO2, efficientamento energetico di tutte le strutture pubbliche e impianto di tetti fotovoltaici, comunità energetiche, investimenti sostanziali in mobilità sostenibile, rafforzamento della rete del trasporto pubblico e ferroviario, rigenerazione urbana, agricoltura sostenibile, riciclo e riuso. Chiediamo di cambiare la legge urbanistica per realizzare davvero il consumo di suolo zero, e ridare centralità alla pubblica amministrazione nella pianificazione territoriale e urbanistica.
La casa è un diritto: un piano regionale per la casa con tre linee d’intervento per sostenere sia chi fatica a trovarla sia chi ha difficoltà a pagare il mutuo, riducendo le case sfitte con incentivi, più edilizia sociale convenzionata e più case popolari.
Lavoro dignitoso: rinnoviamo il Patto per il lavoro lottando contro precariato, abbassamento dei redditi, appalti di mera manodopera e caporalato. Serve un grande piano contro il dissesto idrogeologico che dia opportunità di lavoro nella cura del territorio, degli alvei dei fiumi, delle aree montane, anche ai tanti giovani che non studiano e non lavorano.
Trasporto pubblico e gratuito per i giovani per incentivare la mobilità sostenibile e a sostegno delle persone con redditi più bassi. Rafforzare l’intera rete di trasporto pubblico locale, migliorare la rete ferroviaria per i pendolari e per spostare le merci su ferro.
Piano straordinario per le aree interne e montane per sostenere l’economia, l’innovazione tecnologica e rafforzare i servizi e la mobilità in Appennino e nelle aree interne.
Esprimiamo inoltre al Presidente Bonaccini la nostra forte preoccupazione critica sul delicato percorso istituzionale che riguarda l’autonomia differenziata, e la necessità di un supplemento di riflessione sulle garanzie che servono per evitare di minare in alcun modo l’unità nazionale e i diritti di tutti i cittadini.