Dopo Assisi e Cagliari, anche Bologna dice no alla guerra

16 Gennaio 2019 /

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di Dora Palumbo, presidente del gruppo consiliare misto Nessuno Resti Indietro
Si spera che tanti altri comuni accolgano l’invito del “Comitato Riconversione RWM per la pace ed il lavoro sostenibile” presente il primo gennaio a Bologna alla Marcia della pace. Una sua rappresentante ha raccontato della guerra “invisibile” in atto in Yemen dal 2015 per la quale quotidianamente continuano a morire, nell’indifferenza generale, centinaia di migliaia di bambini e civili, per fame, sete e bombardamenti.
Nell’agosto 2018, una relazione dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha concluso che «vi sono ragionevoli motivi per ritenere che tutte le parti implicate nel conflitto nello Yemen abbiano commesso crimini di guerra» e che «le forze di entrambe le parti del conflitto sono state accusate di aver utilizzato armi pesanti in zone edificate e densamente abitate, attaccando anche ospedali e altre strutture non militari»;
Il conflitto in Yemen vede l’impiego anche di bombe fabbricate dalla RWM Italia S.p.A., una società del gruppo tedesco Rheinmetall Defence, che ha sede a Domusnovas (Sardegna sud-occidentale). In questa terra, come avviene in molti altri posti, i lavoratori si trovano di fronte a veri e propri ricatti, costretti a lavorare in industrie che hanno conseguenze negative sulla vita di altre persone o sull’ambiente, altrimenti si trovano disoccupati.

Per accogliere la richiesta di aiuto del comitato Riconversione RWM, per dare un aiuto al popolo yemenita e per dare visibilità a questa grave vicenda ho proposto un Ordine del giorno al Consiglio comunale che invita il Sindaco e la Giunta a sollecitare l’attuazione della legge 185/90, con riferimento anche alle specifiche disposizioni e obblighi in materia di riconversione delle fabbriche di armi e del Trattato Internazionale sul Commercio di Armamenti perché non è accettabile che, ancora oggi, interi territori del nostro Paese siano consegnati al ricatto tra il lavoro assicurato dalla filiera delle armi e il rischio della disoccupazione; a sostenere l’adozione, con effettive risorse, da parte del governo nazionale di efficaci misure di politica economica e industriale per liberare il nostro Paese, a cominciare dal Sulcis Iglesiente, da ogni irragionevole conflitto tra la dignità del lavoro e il diritto alla vita per tutti.
L’ordine del giorno è stato accolto favorevolmente da gran parte dei Consiglieri ed è stato approvato con i voti del PD, del M5S, di Coalizione Civica e di Città Comune.
Di seguito il testo dell’Odg
Bologna, 14 gennaio 2019
IL CONSIGLIO COMUNALE
PREMESSO CHE
Come affermato dalla risoluzione del Parlamento europeo del 4 ottobre 2018: «il conflitto in atto nello Yemen è giunto al quarto anno e più di 22 milioni di persone necessitano di sostegno umanitario; le persone in condizioni di insicurezza alimentare sono più di 17 milioni e, di queste, oltre otto milioni versano in uno stato di grave insicurezza alimentare e rischiano di morire di fame»;
Nell’agosto 2018, una relazione dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha concluso che «vi sono ragionevoli motivi per ritenere che tutte le parti implicate nel conflitto nello Yemen abbiano commesso crimini di guerra» e che «le forze di entrambe le parti del conflitto sono state accusate di aver utilizzato armi pesanti in zone edificate e densamente abitate, attaccando anche ospedali e altre strutture non militari»;
“Dal marzo 2015 più di 2.500 bambini sono stati uccisi, oltre 3.500 sono stati mutilati o feriti e un numero crescente di minori è stato reclutato dalle forze armate sul campo» e che «le donne e i bambini risentono in modo particolare delle ostilità in corso»;
“Il 9 agosto 2018 un attacco aereo sferrato dalla coalizione guidata dai sauditi ha colpito uno scuolabus in un mercato nella provincia settentrionale di Saada, uccidendo varie decine di persone tra cui almeno 40 bambini, la maggior parte dei quali di età inferiore ai 10 anni; che due settimane dopo, il 24 agosto, la coalizione guidata dai sauditi ha lanciato un nuovo attacco in cui hanno perso la vita 27 civili, per la maggior parte bambini, che stavano fuggendo dalle violenze nella città assediata di Hodeida, nel sud del Paese»;
“Nell’anno 2018 sono stati raggiunti i più alti livelli di malnutrizione acuta mai registrati nella storia recente dello Yemen; dei 2.200.000 di bambini affetti da malnutrizione acuta, 462.000 sono stati definiti in una situazione di Grave Acuta Malnutrizione (SAM acronimo inglese), e ogni giorno 100 bambini si salvano dalle bombe ma muoiono di fame».
CONSIDERATO CHE
L’art. 11 della Costituzione Italiana afferma che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”;
La legge 9 luglio 1990, n. 185, regola “il controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”;
Il ripudio della guerra è parte costitutiva della nostra Repubblica;
Non è più tollerabile ogni concorso nelle gravi violazioni in atto nel “conflitto sconosciuto” in Yemen dove quotidianamente continuano a morire, nell’indifferenza generale, centinaia di migliaia di bambini e civili, per fame, sete e bombardamenti;
L’Italia, nonostante ciò, continua ad autorizzare l’esportazione per milioni di euro di materiali di armamento (in particolare bombe RWM MK82) verso l’Arabia Saudita, a capo della coalizione composta da EAU, Oman, Bahrain, Egitto, Qatar, Marocco e Kuwait;
L’azienda RWM ha chiesto notevoli ampliamenti della fabbrica sarda delle bombe che permetterebbe di triplicarne la produzione.
PRESO ATTO CHE
Nonostante le numerose istanze della società civile, il Governo e il Parlamento italiano continuano a disattendere le risoluzioni del Parlamento europeo che invitano «tutti gli Stati membri dell’UE ad astenersi dal vendere armi e attrezzature militari all’Arabia Saudita, agli Emirati arabi uniti ed a qualsiasi membro della coalizione internazionale, nonché al governo yemenita e ad altre parti del conflitto».
RITENUTO CHE
E’ a partire dalle città che si costruiscono reti vitali di giustizia e pace tra i popoli, come scritto nell’appello lanciato al Presidente della Repubblica e alla società civile dalla città di Assisi il 27 gennaio 2018.
INVITA IL SINDACO E LA GIUNTA
a dichiarare l’assoluta contrarietà, nel territorio italiano, alla fabbricazione di armi e materiale destinato ai Paesi in conflitto;
ad esprimere la propria volontà di promuovere azioni e progetti per la realizzazione di concrete ed effettive politiche di disarmo e di pace;
ad esprimere la volontà della Città di Bologna di porsi come luogo di costruzione di rapporti internazionali di pace e solidarietà;
a promuovere, insieme agli altri comuni convergenti su questi stessi intenti e alle associazioni e ai comitati di cittadini cointeressati, ogni azione perché Governo e Parlamento Italiano diano attuazione ai principi costituzionali e alle risoluzioni del Parlamento Europeo bloccando l’esportazione di armi ed articoli correlati prodotti in Italia o che transitino per l’Italia, destinate all’Arabia Saudita ed a tutti i Paesi coinvolti nel conflitto armato in Yemen;
a sollecitare l’attuazione della legge 185/90, con riferimento anche alle specifiche disposizioni e obblighi in materia di riconversione delle fabbriche di armi e del Trattato Internazionale sul Commercio di Armamenti perché non è accettabile che, ancora oggi, interi territori del nostro Paese siano consegnati al ricatto tra il lavoro assicurato dalla filiera delle armi e il rischio della disoccupazione;
a sostenere l’adozione, con effettive risorse, da parte del Governo Nazionale di efficaci misure di politica economica e industriale per liberare il nostro Paese, a cominciare dal Sulcis Iglesiente, da ogni irragionevole conflitto tra la dignità del lavoro e il diritto alla vita per tutti.

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