Renzi a Marzabotto: non diventi un palco populista

21 Aprile 2015 /

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Matteo Renzi
Matteo Renzi
di Silvia R. Lolli
Proprio all’indomani di una scelta alquanto discutibile se non completamente autoritaria, ci riferiamo alla sostituzione dei commissari PD alla commissione istituzionale della Camera perché dissidenti con la maggioranza pidiessina, Renzi andrà a Marzabotto. L’evento sarà domani, mercoledì 22 aprile; è una delle tante manifestazioni che nella città martire si sono organizzate in occasione del 70° della Resistenza.
Come ci ricordavano i quotidiani locali la settimana scorsa, il presidente del consiglio è stato invitato e ovviamente, nel rispetto istituzionale. la sua partecipazione dev’essere considerata giusta e importante. Speriamo però che questa visita non diventi un palcoscenico mediatico e populistico.
I luoghi per far questo possono essere solo altri, non Marzabotto. Confidiamo dunque in una visita di Renzi più sotto tono. Ci piacerebbe però conoscere se di fronte alla tomba di Dossetti al cimitero di Casaglia, la sua coscienza non si sentirà almeno un po’ turbata, vista l’evidente discrasia tra le riforme costituzionale, elettorale, giurisdizionale e scolastica che Renzi vuole senza nessuna mediazione politica e la capacità dei costituenti di discutere ed arrivare alla stesura di una carta fondamentale che ha saputo essere il migliore compromesso della fine di una guerra civile troppo lunga; Costituzione Italiana considerata tra le migliori del mondo, almeno finora.

Occorre ricordare all’ospite la lettera del monaco costituzionalista inviata all’allora sindaco di Bologna Vitali (forse una veggenza?); emergeva tutta la preoccupazione per una riforma costituzionale in cui il Parlamento veniva delegittimato e con esso i principi democratici della distribuzione dei poteri.
Era un monito, diventato fondamentale per i cittadini che dal 1994 ad oggi sono preoccupati per la china oligarchica che sta prendendo il governo italiano. Speriamo che la visita a Marzabotto possa far rientrare questa preoccupazione, partendo magari dal reintegro dei parlamentari PD espulsi oggi dalla commissione affari costituzionali della Camera.

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