A Bologna, la 22° edizione del festival internazionale Gender Bender

di Il manifesto in rete /
5 Novembre 2024 /

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Il 31 ottobre è iniziata la 22° edizione di Gender Bender, festival internazionale dedicato agli immaginari culturali su corpo, genere, identità. Il festival proseguirà fino al 9 novembre e prevede eventi in molti luoghi della provincia bolognese, tra cui il Cassero LGBTQIA+, Il cinema Lumiere e il Modernissimo, il Teatro di San Giovanni in Persiceto e molti altri ancora. Condividiamo qui di seguito il comunicato stampa di presentazione del festival e dei suoi eventi. È possibile consultare il programma anche sul sito di Gender Bender (QUI).

A BOLOGNA DAL 31 OTTOBRE AL 9 NOVEMBRE LA 22° EDIZIONE DEL FESTIVAL GENDER BENDER

Focus sulla nuova scena coreografica tedesca con gli spettacoli di Moritz Ostruschnjak, James Batchelor e Margarida Alfeirão. Anteprima con la produzione di Dewey Dell il 26 e 27 ottobre.Nella sezione cinema la proiezione di FROM GROUND ZERO, film collettivo palestinese selezionato per la corsa all’Oscar

Dal 31 ottobre al 9 novembre 2024 è in programma a Bologna la ventiduesima edizione di Gender Bender, il festival internazionale che ospita ogni anno opere, artisti e artiste da tutto il mondo per esplorare gli immaginari legati ai corpi e ai generi. Gender Bender ha un respiro internazionale e una vocazione multidisciplinare: attraverso i diversi linguaggi della produzione artistica – danza, cinema, letteratura, arti visive – accende prospettive originali e le mette a confronto, per aprire un dialogo inedito sui generi, i corpi e i desideri. Il festival è curato da Daniele Del Pozzo e Mauro Meneghelli ed è prodotto da Il Cassero LGBTQIA+ Center di Bologna.

I due curatori descrivono così lo spirito della nuova edizione: “Gender Bender è un festival, una parola gioiosa il cui significato originario comporta un senso profondo di condivisione. Gender Bender è una manifestazione del contemporaneo, un’occasione per palesare in maniera chiara ciò che accade intorno e dentro di noi. Raccontare il contemporaneo significa oggi gettare lo sguardo nell’abisso, in un mondo attraversato da guerre e catastrofi. Ma se anche tra le macerie della striscia di Gaza trova spazio l’urgenza creativa, riconosciamo che esiste un furore vitale che sopravvive e che sedimenta, nonostante tutto, un racconto autentico e necessario di questo tempo. Gender Bender parte da questa evidenza. Per questa ventiduesima edizione abbiamo scelto di dare spazio alla resistenza dei corpi alle logiche di competizione e sfruttamento, con cui socialmente ci relazioniamo allo spazio, alla natura e tra esseri umani. Il festival propone l’esplorazione del piacere come motore primo del nostro essere corpi viventi. Sfida a rendere tridimensionali le nostre identità, non etichette funzionali alle mappe geopolitiche e ai target di mercato, ma cultura e politica collettive. Esorta a considerare il tempo dedicato alle relazioni come fattore di ricchezza anziché spreco improduttivo. Invita a cambiare postura di fronte alle evidenti ipocrisie che viviamo nel quotidiano. Desidera incontrare l’altro da noi per testimoniare come i corpi – nelle loro pluralità – segnano l’agire potente di una trasformazione, per la creazione di una nuova bellezza”.

La SEZIONE DANZA, presenta 8 prime nazionali. Occhi puntati sulla nuova scena coreografica tedesca, protagonista del primo fine settimana del festival con tre artisti che hanno scelto la Germania come base per il proprio lavoro creativo: James Batchelor, Margarida Alfeirão e Moritz Ostruschnjak. Debutta in prima nazionale SHORTCUTS TO FAMILIAR PLACES del coreografo australiano James Batchelor. Un duo coreografico che fonde quattro generazioni di danza moderna, europea e australiana. Batchelor traduce con un linguaggio contemporaneo la tecnica espressionista di Ruth Osborne, ereditata da Eileen Kramer e Gertrud Bodenwieser. Omaggio alle mentori, lo spettacolo fonde cultura e storia (2-3 novembre). In prima nazionale anche LOUNGE della coreografa Margarida Alfeirão. Il lavoro esplora in maniera ipnotica piacere e sensualità femminile tra due donne nere, in una delicata e irriverente lap dance sostenuta da potenti sonorità da ballroom della scena black e queer (1-2 novembre). Il coreografo Moritz Ostruschnjak presenta due lavori: TERMINAL BEACH, in prima nazionale (3 novembre), esplora il potenziale del movimento con sei straordinari performer su un enorme palco che arriva a occupare la platea dell’Arena del Sole: attraversando passato, presente e futuro in un mix visivo e musicale di periodi, generi, stili e tecniche differenti, gli interpreti surfano uno intorno all’altro, corrono su pattini a rotelle, diventano cowboy, si intrattengono in duelli corazzati e sventolano bandiere come giovani rivoluzionari. TANZANWEISUNGEN (IT WON’T BE LIKE THIS FOREVER) (8-9 novembre) è un solo frenetico e ironico affidato all’eccezionale danzatore Daniel Conant: un fuoco d’artificio di passi, giri e calci che rispecchia lo stile eclettico di Ostruschnjak, formatosi nella scena della street art e dei graffiti. La compagnia italiana Dewey Dell inaugura il festival (26 e 27 ottobre) con l’esito performativo del progetto speciale CAUMA MERIDIE, una reinterpretazione del Fauno e della figura mitologica del dio Pan, con 30 interpreti non professionisti di Bologna. Gaetano Palermo presenta in prima nazionale THE GARDEN (3-4-5 novembre), un’opera che sfida le abitudini degli spettatori, fondendo i dispositivi del cinema, della danza, del teatro e delle arti visive. Dalla Francia, REFACE di Les Idoles in prima nazionale, esplora la trasformazione fisica e musicale. Due interpreti in scena mutano in maniera caleidoscopica forma, dando vita a personaggi e caratteri camaleontici grazie a del semplice nastro adesivo, parrucche e straordinarie capacità mimetiche, apparendo buffe, spaventose, candide, perturbanti e grottesche (8-9 novembre). CORPO A CORPO di Claudia Caldaranoè una performance site-specific nello spazio espositivo di Palazzo Bentivoglio, antico edificio della famiglia gentilizia bolognese. Il corpo nudo della danzatrice interagisce con un monolite nero, simboleggiando una statua in cerca di equilibrio e la caducità della vita (1-2-3 novembre). ONDE della coreografa Simona Bertozzi è una creazione performativa ispirata a The Waves di Virginia Woolf che combina energia giovane, movimenti individuali e azioni corali in un flusso continuo (8-9 novembre). EAT ME di Giorgia Lolli, vincitrice di DNAppunti coreografici 2023, riflette sul consumo incessante di immagini nei media e sulla sessualizzazione del corpo femminile (6-7 novembre). Infine LE BACCANTI di Giulio Santolini e Lorenza Guerrini, ispirato all’omonimo testo di Euripide, è un progetto speciale per donne over 65 che esplora la danza come un’esperienza catartica e viscerale e una celebrazione liberatoria dell’esistenza (5 novembre). Chiude la sezione danza il workshop POETRY OF DIFFERENCE con Vera Rosner, artista e performer viennese. Tutti i giorni Vera Rosner si trova a cambiare direzione: con la sua sedie a rotelle arriva a destinazione attraverso rampe, ingressi laterali, magazzini o stanze sul retro. In questo workshop, aperto a tutte senza limiti di età o esperienza di danza, l’artista intraprenderà un giocoso viaggio all’insegna del piacere dell’improvvisazione. (6 novembre).

Nella SEZIONE CINEMA, in programma quattro prime nazionali e uno sguardo sul conflitto in medio oriente con l’appuntamento con FROM GROUND ZERO, film collettivo palestinese selezionato per la corsa all’Oscar (4 novembre). Progetto ideato da Rashid Masharawi per tracciare la memoria dell’occupazione palestinese tramite 22 cortometraggi girati a Gaza da altrettanti artisti lì residenti. Una pluralità di prospettive e linguaggi che narrano la resistenza e la creatività in mezzo alla devastazione, offrendo poesia e solidarietà. Si colloca nelle zone del conflitto anche un altro film, LA BELLE DE GAZA, della francese Yolande Zauberman. La belle de Gaza è una donna trans di cui non si conosce l’identità, ma di cui si narra il viaggio a piedi da Gaza a Tel Aviv. La regista è alla sua ricerca e le tracce di questo racconto, che sembra quasi una leggenda, la portano a conoscere altre donne trans arabe e berbere che vivono e si prostituiscono a Tel Aviv (7 novembre).

Le prime nazionali in cartellone sono: CIDADE; CAMPO, della brasiliana Juliana Rojas, già premiata al Festival di Locarno, che narra due storie femminili di migrazione tra città e campagna: due storie parallele di resistenza; due donne che affrontano con profonda umanità l’incertezza del futuro, in vista di una straordinaria possibilità di reinvenzione (1 novembre). MEMORIAS DE UN CUERPO QUE ARDE della costaricana Antonella Sudasassi Furniss, vincitore alla Berlinale nella sezione Panorama, esplora il tema del desiderio e del piacere femminile nella terza età, completando una trilogia dedicata alla sessualità femminile nel suo Paese d’origine, il Costa Rica. Il film racconta la storia di tre donne, Ana, Patricia e Mayela, di età compresa tra i 68 e i 71 anni, cresciute in un’epoca fatta di repressione e violenza e che hanno scoperto la sessualità e la femminilità seguendo regole non dette con esperienze spesso traumatiche (8 novembre). Sul tema della sessualità nella terza età anche IF I DIE, IT’LL BE OF JOY, documentario del produttore e regista francese Alexis Taillant, che racconta di un gruppo di anziani attivisti in un audace viaggio per rivoluzionare la vita delle persone come loro, sfidando stereotipi e giudizi e ridefinendo le nozioni di sesso, amore e invecchiamento (3 novembre). Ultima tra le anteprime, L’HOME DELS NASSOS, opera prima di Abigail Schaaff, dramma d’epoca che coniuga avventura e fantasia, e ruota attorno a un uomo mitico, figura della tradizione catalana, che si fa visibile solo il 31 dicembre e che ha tanti nasi quanti sono i giorni dell’anno. La pellicola collega la Spagna degli anni ’30 agli anni ’60, il decennio della guerra civile spagnola le cui atrocità furono messe a tacere come prezzo della transizione alla democrazia (2 novembre).

In cartellone anche LES FEMMES AU BALCON (fuori concorso a Cannes), diario onirico dell’attrice, sceneggiatrice, regista ed ex modella Noémie Merlant, alla sua seconda regia. Nato sull’onda del movimento #metoo, il film, co-sceneggiato e co-prodotto da Céline Sciamma, fonde i linguaggi della commedia al femminile, del thriller e del ghost-story, un po’ Tarantino e un po’ Almodovar, raccontando una microcomunità al femminile che organizza una rivalsa alla violenza che subisce dai maschi. Una comunità che si incontra su un balcone: “Noi donne – dice Merlant – non abbiamo un posto nello spazio pubblico, per strada. C’è sempre uno sguardo, c’è oppressione. Sul balcone si può sognare. Si può anche guardare fuori da quel punto di osservazione e forse cambiare qualcosa” (6 novembre).

S/HE IS STILL HER/E di David Charles Rodrigues, lo straordinario e toccante ritratto documentario sulla vita e l’opera di Genesis P-Orridge, musicista inglese leader della band industriale Throbbing Gristle e della band pop-rock sperimentale Psychic TV, che ha inventato la musica industrial e sabotato dall’interno il sistema musicale britannico; un’artista d’avanguardia che ha giocato con i generi e trasformato il suo corpo in un’opera d’arte. Il film traccia la forma di un’esistenza davvero provocatoria e libera, in un racconto ravvicinato e intimo (31 ottobre). DESIRE LINES, il documentario ibrido, tra finzione e realtà, premiato all’ultima edizione del Sundance Festival del regista e scrittore trans pluripremiato Jules Rosskam, checombina interviste, trama di finzione e materiali d’archivio per raccontare la storia di Lou Sullivan, scrittore e attivista americano, primo uomo transgender a identificarsi pubblicamente come gay, morto per complicazioni legate all’AIDS nel 1991 (8 novembre). DUINO, opera prima dell’attore e regista argentino Juan Pablo Di Pace e di Andres Pepe Estrada è un racconto di formazione metacinematografico, che vede un regista alle prese con la realizzazione di un film autobiografico, ispirato al suo primo amore conosciuto a Duino, vicino a Trieste alla fine degli Anni Novanta (5 novembre). GONDOLA, nuovo film del regista tedesco Veit Helmer, che ancora una volta sceglie i toni della favola surreale rinunciando ai dialoghi per scrivere un racconto molto originale sulla libertà di amare chi si vuole attraverso il linguaggio dei corpi, del paesaggio e della musica. Un’opera attraversata da una peculiare miscela di ironia e realismo magico e dalla potente carica lirica e immaginifica (9 novembre). KOKOMO CITY, intensodocumentario della produttrice musicale e cantautrice americanaD. Smith, nel suo energico esordio, premiato al Sundance,chesvela, con uno sguardo crudo, ma pieno di vita e ironia, le storie intime di quattro donne transessuali nere (9 novembre). Una serie di commoventi interviste e incontri in cui le protagoniste affrontano senza tabù questioni di appartenenza e identità all’interno della comunità nera. In programma anche THE SUMMER WITH CARMEN, un film del cineasta greco Zacharias Mavroeidis: Demosthenes e Nikitas, sulla spiaggia queer di Atene, ispirati dalla cagnolina Carmen, esplorano il passato in un montaggio metacinematografico. Frammenti narrativi e bromance queer si intrecciano nel loro viaggio creativo (1 novembre). THIS IS BALLROOM (Salão De Baile), film brasiliano diretto dai registi della sala da ballo Vitã e Juru. Un documento performativo sulla cultura della ballroom a Rio de Janeiro. Un luogo di celebrazione e conflitto, dove la moda, la bellezza e la danza si intrecciano in un rifugio per le persone queer e non bianche (2 novembre).

La SEZIONE INCONTRI, che si è aperta ieri con il talk QueeringBO – prima iniziativa in Italia che riunisce diverse istituzioni museali pubbliche che scelgono di lavorare insieme su tematiche LGBTQIA+, propone numerosi appuntamenti: Walter Siti presenta C’era una volta il corpo, il suo nuovo libro in uscita a ottobre con Feltrinelli, in cui si interroga sul tema forse più urgente del momento: il rapporto tra corpo umano e artificialità nell’epoca di un’accelerazione tecnologica senza precedenti. Al crocevia tra saggio e pamphlet, alternando lo scrupoloso resoconto del fenomeno a una lettura a tratti provocatoria e mai banale, Siti indaga la materialità corporea in un momento storico in cui il concetto stesso di “corpo umano” sembra prossimo all’evaporazione (1 novembre).Tommaso Giartosio porta a Gender Bender il suo Autobiogrammatica, finalista al Premio Strega 2024, edito da Minimum Fax, in cui la lingua è intesa come origine della coscienza e del mondo, genealogia degli affetti, delle identità e disidentità, filtro per lo sguardo, sola possibilità di dare un senso a ciò che abbiamo vissuto (9 novembre). Sempre sulle letture che i nostri sguardi danno ai corpi, e a come queste cambiano con il passare delle epoche, Claudio Rossi Marcelli porta a Gender Bender la conferenza spettacolo Barbie siamo noi, un sorprendente racconto per immagini che, partendo dal 1959, anno in cui venne messa sul mercato la bambola più famosa del mondo, ripercorre 60 anni di costumi, temi sociali, mode e cultura pop: dalle lotte femministe ai movimenti civili dei neri e di liberazione LGBT, fino ad arrivare alla rappresentazione della disabilità (8 novembre). Si intitola Ezio Sinigaglia: scritture desideranti, la conversazionecon Ezio Sinigaglia, autore della letteratura italiana contemporanea, le cui opere uniscono abilmente leggerezza e complessità nell’indagine identitaria, spingendo all’estremo le dinamiche legate a sesso e desiderio (4 novembre). Mentre DI-SCORDARE. Ricerche artistiche sulle eredità del fascismo in Italia, è il titolo del libro che Viviana Gravano presenterà al festival: Il fascismo, e Mussolini in persona, hanno saputo utilizzare la cultura come uno strumento straordinario di consenso per costruire immaginari che potessero durare nel tempo, persino dopo la caduta del regime. In Italia le tracce del fascismo sono pervasive, e sono più o meno palesemente presenti su tutto il territorio nazionale (6 novembre). Infine, CLAMOROSƏ Corpo: un atlante di forme possibili è lapresentazione del terzo volume del progetto di racconto corale della realtà LGBTQ+ italiana inaugurato nel 2022 a cura della redazione de La Falla, il giornale del Cassero LGBTQIA+ center (7 novembre).

Arricchisce il programma la mostra RESILIENZA TRANS di Jul Maroh, artista transgender e queer, multidisciplinare e transfemminista, autore della grafic novel Il blu è un colore caldo, da cui fu tratto il film La Vita di Adele, vincitore nel 2013 della Palma d’oro a Cannes. La mostra, che inaugura il 31 ottobre al Das e resta aperta per tutta la durata del festival, presenta lavori eseguiti su grandi pannelli di legno di un metro quadrato, utilizzando una tecnica di trasferimento ispirata agli studi di litografia e incisione dell’artista presso l’Accademia Reale di Belle Arti di Bruxelles. Le tavole rappresentano corpi transgender, di persone comuni e di icone della comunità T, che si intrecciano con gli attributi della figura mitologica e ibrida di Chirone, il guaritore ferito (archi, frecce, corone, cicatrici di carni operate, zoccoli): come per il kintsugi in Giappone, l’obiettivo simbolico è restituire dignità a questi soggetti e curare le loro ferite con bende d’oro.

La mostra è realizzata in collaborazione con A occhi aperti, il festival internazionale di illustrazione e fumetto a cura di Hamelin.

Chiudono la programmazione i party al Cassero LGBTQIA+ center.

CREDITS

Gender Bender è riconosciuto come Festival di qualità da EFFE Label – Europe for Festivals, Festivals for Europe.

Prodotto da Il Cassero LGBTQIA+ Center con il patrocinio di Regione Emilia-Romagna, Alma Mater Studiorum – Università degli Studi di Bologna, Goethe-Institut Mailand.

Con il contributo di Regione Emilia-Romagna Assessorato alla Cultura, Ministero della Cultura, Comune di Bologna – Settore Cultura e Creatività, Consolato generale della Repubblica Federale di Germania, Nationales Performance Netz – International Guest Performance Fund for Dance, Fondazione Nuovi Mecenati – Fondazione Franco-Italiana di sostegno alla creazione contemporanea, Gruppo Hera, Coop Alleanza 3.0, Palazzo Bentivoglio, Idros – Birra IPA Super 8.

Partner: Fondazione Cineteca di Bologna, Biblioteca Salaborsa, Teatro del Baraccano, DAMSLab, Attitudes, AtelierSI, Comune di San Giovanni in Persiceto, Ministero della Cultura – Ex Chiesa di San Mattia, DAS – Dispositivo Arti Sperimentali, Centro Documentazione Flavia Madaschi, La Baracca, ATER Fondazione, Comune di Casalecchio di Reno, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro dell’Argine, Alma Mater Studiorum Università degli Studi di Bologna – Dipartimento di Scienze dell’Educazione, Linfa – Luogo per l’Infanzia, le Famiglie, l’Adolescenza, ASC Insieme – Commissione Mosaico Pari Opportunità di InSieme, Centro Nazionale di produzione della danza Virgilio Sieni, Comune di Bassano del Grappa – CSC Bassano del Grappa, Arboreto Teatro Dimora di Mondaino, Fondazione Romaeuropa, Fondazione CRT – Triennale di Milano, Piemonte dal Vivo – Lavanderia a Vapore, Teatro Stabile dell’Umbria, Anfibia – Leggere Strutture, Bologna Welcome, Igor Libreria, Senape Vivaio Urbano, Confraternita dell’Uva, Libreria delle Donne, Trame Libreria, Alliance Française Bologna, DeriveApprodi, Feltrinelli, Minimum fax, TerraRossa edizioni, MUVet, Archivio Aperto, Home Movies, A occhi aperti, Hamelin, La Falla, Esauritə, Pussy Galore.

Media partner: Cinefilia Ritrovata, NEU Radio, Radio Città Fujiko.

Partner tecnici: Kitchen Progetti per la comunicazione, Craq Design, Publierre.

Informazioni www.genderbender.it info@genderbender.it

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