Si scaldano i motori ed i cuori per GFF, “GKN For Future o semplicemente GKN Fabbrica di Firenze “
Un‘estate nera sotto tutti punti di vista, nera dal rilancio dei partiti fascisti, nera di guerra e di guerre sparse nel mondo. La parola guerra è il discorso dominante, confermato nella realtà.
La guerra in Ucraina, la guerra al lavoro e ai lavoratori, la guerra ai poveri, la guerra agli immigrati, la violenza e i mostruosi femminicidi estivi, gli incendi e i fuochi estivi.
Non ultimo la guerra ai portafogli con l’inflazione: tutto costa tre volte, benzina, spesa , pasta e gelati!
Settembre e l’autunno spaventano con i 40 gradi del post ferragosto.
Si decide, Simona ed io, da seguaci e solidali della lunga lotta del Collettivo di Fabbrica GKN, di portare ai turnisti operai della GKN, le lasagne da Bologna. Molti di noi sono in vacanza e pensando ai nostri compagni e amici, siamo passate da lì, le due Solidali.
Scendiamo a Campi Bisenzio dopo lo scorso 9 e 10 luglio, giornate nelle quali si sono celebrati i due anni di presidio del Collettivo della Fabbrica GKN. Una resistenza memorabile quella dei lavoratori che ha prodotto un Humus politico e militante di tutto rispetto e che rappresenta l’unico luogo possibile che abbia un senso per noi ma non solo per noi. Noi deluse dalla politica e dalle politiche, troviamo rifugio proprio lì, “la patria delle Convergenze”.
Diciamo che Campi Bisenzio, quel luogo e il collettivo GKN, è diventato una sorta di “Lourdes politica d’Italia” , una processione continua, un brulichio nazionale ed internazionale nel quale poter cercare con loro una motivazione nel percorrere nuove strade politiche di attivismo militante nel deserto totale di quello che è oggi la politica.
Nel silenzio estivo che è spesso incubatore di fatti orrendi, torniamo giù a Campi per capire come sta la “ Bambina” , come l’hanno scherzosamente definita i lavoratori. La loro neonata cooperativa per la re-industrializzazione partecipata della Fabbrica Gkn formalizzata il 10 luglio, ha l’obiettivo di ripresentarsi come fabbrica di pannelli solari di nuova generazione e di cargobike.
In pieno agosto a 40 gradi la fabbrica è comunque un luogo vitale, movimentato e la loro l’organizzazione è un’ orologio svizzero: i ragazzi sono presenti, ci sono i cargobike e un clima di estrema accoglienza, un movimento continuo di turnisti ai posti di ingresso, attivisti ecologisti e sostenitori.
Sembra un formicaio e anche se fa caldo è sempre un piacere ed un’esperienza stare con loro.
Il curriculum di questa lunga lotta è ampissimo e ben documentato dal perfetto staff comunicativo del Collettivo.
Del resto sono dei maghi della lotta ma anche della comunicazione. Hanno inventato le magliette, le felpe, i cd, i concerti. Hanno fatto innamorare il regista teatrale Nicola Borghesi e alcuni operai sono i protagonisti dello spettacolo “Il Capitale” , prodotto da Emilia Romagna Teatro, che sta fortunatamente circolando. E non finisce qui: Il docufilm, il festival della letteratura working class, i dibattiti, l’insorgiamo Tour, i concerti di Band famose, Il referendum popolare, i cortei dappertutto e Il sostegno alle altre lotte, le convergenze e non ultimo il sostegno ai lavoratori in gran parte stranieri, di Mondo Convenienza e tanto altro. Un flusso continuo.
Quando mi capita di presentare la loro storia , o quando devo presentare a degli amici o colleghi i lavoratori del Collettivo di Fabbrica uso la frase :“ Sono dei marziani! Non hai idea di cosa sono!”.
E lo sono sul serio, anche se “dimezzati” e umiliati e attaccati da chi doveva aiutare i lavoratori a ripartire con l’ipotetico piano industriale che tra l’altro non si è mai visto ! Non sto a ripercorrere quanto loro hanno scritto, detto, ridetto e denunciato, se vi iscrivete al loro canale potete accedere alla loro storia, ma posso invece trasmettere brevemente lo stato della situazione: da otto mesi senza paga, in attesa della liquidazione della fabbrica, con pochi spiccioli ricevuti e tanta rabbia. Talmente tanta che tra fine luglio e i primi di agosto si sono barricati in cima alla Torre S. Niccolò di Firenze.
Ma il tutto continua, the show must go on! La politica in parte se ne infischia un po’ e appare inquietante il silenzio assordante degli stessi sindacati confederali. Aumentano però i solidali, gli amici, i sostenitori e come nell’ultimo e bellissimo film di Matteo Garrone “Io capitano”, sono anche loro i “Capitani” che travolti da questa ingiustizia si sono messi al lavoro nei mesi di assedio.
Hanno coinvolto, o meglio conquistato, le migliori intelligenze: ingeneri, ricercatori, intellettuali. Così facendo si sono reinventati il loro destino. La GFF appunto, che dopo aver raccolto il sostegno economico dei Solidali per la prima fase preparatoria della cooperativa, ora si prepara per il grande lancio. Una Fabbrica recuperata dagli operai, da chi il proprio lavoro lo ama e non si arrende.
E qui il gioco si fa duro, durissimo, perché in mezzo al mare delle incertezze totali, loro lo attraversano, perfettamente consapevoli che devono partire per salvarsi. Uno scenario italiano del lavoro che conta ormai circa 36 tavoli di crisi aziendali dell’Industria, 14 attivi e 22 in monitoraggio, senza contare quelle aziende che non si riescono ancora a conteggiare per diversi motivi.
Ed ecco quindi partire la neonata GKN For Future o semplicemente GKN Fabbrica di Firenze “. Un’esperienza di “fabbrica socialmente integrata: pubblica e a servizio del pubblico”, come viene definita da loro stessi.
Il loro progetto e nuovo piano industriale ha l’obiettivo di produrre pannelli fotovoltaici e batterie di ultima generazione insieme alle cargo bike come soluzioni per una mobilità sostenibile. La proposta che si avanza è di attivare un azionariato popolare, un pacchetto solidale di azioni e la campagna “100 per 10.000, che possono essere sottoscritti dai singoli o da realtà associative, cooperative ecc. per realizzare un milione di euro di azioni popolari che contribuiscono alla costituzione del patrimonio della cooperativa per cominciare la produzione.
La reindustrializzazione fa un altro passo in avanti: a breve si annunciano novità sul lato dei finanziatori e della formazione, per questa scommessa importante che vede i lavoratori e reti solidali, protagonisti di questa rinascita. Riparte dunque la “chiamata” : per il 30 settembre, 1° ottobre si preparano le due giornate fondamentali, la prima in appoggio al corteo “Basta aeroporti in città” promosso dai comitati contro le nocività della piana e poi il primo ottobre, discussioni e workshop sul tema cargo bike e la reindustrializzazione dal basso.: working class bike days.
Non resta che partecipare tutti e tutte a quest’ azione!
Questo articolo è stato pubblicato su Valore Lavoro il 16 settembre 2023