Spazi sociali a Bologna, contro lo sgombero della “Vivaia” intervenga l’amministrazione

di Sergio Palombarini /
18 Aprile 2023 /

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Da qualche giorno, un ex vivaio di proprietà privata e in stato di abbandono nei dintorni del cimitero monumentale della Certosa si è popolato e rivitalizzato grazie a un’occupazione. Dopo la denuncia della proprietà, la Questura si è già detta disponibile a eseguire lo sgombero. Comune e Quartiere si facciano mediatori tra le parti, in nome del bene collettivo.

Da molti mesi – non ne ho tenuto il conto – per andare verso lo stadio Dall’Ara, venendo dal centro, percorro via Valdossola e imbocco un piccolo tratto pedonale di via della Certosa che, passando a fianco a un tratto di canale a cielo aperto, arriva all’accesso alla camera mortuaria, e poi prosegue verso via Andrea
Costa.

Da quel tratto pedonale si vede a sinistra il giardino Giacomo Bulgarelli, e a destra una vasta area verde abbandonata, ridotta a discarica, costellata da piccoli manufatti distrutti, dentro i quali si scorgono materassi marci, pattume, vetri rotti, e così via. Un tempo – se non ho capito male fino a circa 15 anni fa – era un vivaio. L’impressione ora (da anni) è quella di una delle tante aree abbandonate e degradate, improvvisati dormitori notturni per povera gente, pattumiere a cielo aperto. L’immagine dell’incuria, dell’abbandono, della solitudine: un angolo triste della città.

Nei giorni scorsi ho avuto la sorpresa di vedere che l’area era popolata da giovani, musica, aria di festa. È la “Vivaia”. Il terreno è stato occupato da gruppi di giovani che da subito intendono farne una zona di incontro, di attività per persone di tutte le età, di socializzazione, di cultura, e di divertimento.

La trovo una idea meravigliosa. Le persone agiscono nel concreto e decidono di rompere una situazione di stallo che da anni preclude ai cittadini l’uso di una ampia zona di verde, e in prima persona diventano attori politici, sociali e culturali: avanzano proposte, progetti, li mettono in pratica in prima persona e sotto la propria responsabilità. Invitano la cittadinanza a unirsi. E da quello che ho potuto capire i cittadini accorrono: mi è stato riferito di tanti attestati anche concreti di solidarietà e partecipazione; molte persone vogliono unirsi e agire assieme, sono previste iniziative di vario genere.

Sul Corriere di Bologna del 13 aprile veniva riferita (in modo molto sintetico) la posizione della Questura di Bologna: dopo la denuncia presentata dalla proprietà dell’area siamo pronti a sgomberare. Posto che la Questura fa il proprio lavoro, e fortunatamente Bologna ha un Questore molto sensibile alle esigenze dei cittadini, il Comune e il Quartiere cosa pensano? Da quello che si può immaginare, la “Vivaia” potrebbe essere spazzata via, messi i catenacci all’entrata, e tutto tornerebbe come prima, forse ancora per anni, in attesa che il proprietario dell’area e il Comune decidano se e cosa fare.

Credo che ciò sarebbe profondamente sbagliato. Il Comune e il Quartiere devono prendere posizione, e far sapere ai cittadini come si pongono di fronte ai decine di cittadine e cittadini che agiscono per il bene collettivo, e intervengono su una situazione priva di governo e abbandonata a sé stessa. E non ci si venga a dire che l’area è di un privato che può fare quello che vuole, non è vero, lo dice la Costituzione al suo articolo 41 comma 2:

«[1] L’iniziativa economica privata è libera. [2] Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. [3] La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali»

Quindi: l’iniziativa economica, e così pure la proprietà privata inerte, non possono porsi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. Il Comune e il Quartiere tutelino chi sta valorizzando l’aerea dell’ex vivaio, li supportino nelle iniziative intraprese, nel contempo facciano da mediatori con la proprietà contemperando le diverse esigenze; si assicurino che non avvengano danneggiamenti e abusi: in definitiva agiscano tenendo presente che la città, i suoi spazi di verde, le sue aree aperte, sono prima di tutto un bene comune.

Questo articolo è stato pubblicato su Cantiere Bologna il 16 aprile 2023

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