Lo stato utilizza il codice antimafia contro i manifestanti

di Ultima Generazione /
10 Gennaio 2023 /

Condividi su

Simone Ficicchia rischia la sorveglianza speciale per aver partecipato ad azioni di protesta non violenta contro il cambiamento climatico. L’associazione denuncia “Simone non è l’unico caso in Europa”.

La crisi climatica avanza e miete sempre più vittime in ogni parte del globo. Gli episodi si susseguono in un crescendo allarmante: la siccità che tra la primavera e l’estate 2022 ha inaridito Europa, Cina e Nord America; l’alluvione che da fine agosto ha sommerso il Pakistan; l’ondata di freddo proveniente dall’Artico che a dicembre ha ucciso più di 60 persone in Nord America, danneggiato infrastrutture e sistemi di trasporto e determinato un blackout per 2 milioni di persone. E, da ultimo, le ondate di freddo estremo e le nevicate innaturali che in Giappone hanno ucciso 17 persone e determinato il ferimento di altre 38, mentre in Europa si registravano nuovi record di temperature al rialzo.

Frattanto i governi, indifferenti alle sorti delle proprie popolazioni, da un lato, siglano accordi sul clima al ribasso senza neanche prendersi la briga di mantenerli e, dall’altro, reprimono ogni forma di protesta.

Codice antimafia: la reazione sproporzionata rispetto all’azione

Il caso di Simone Ficicchia, ventenne aderente a Ultima Generazione, convocato dal Tribunale di Milano, su richiesta della Questura di Pavia, per presenziare il 10 gennaio all’udienza indetta per discutere l’applicazione di misure di sorveglianza speciale non è il primo né sarà l’ultimo.

È sicuramente il caso italiano nel quale la sproporzione tra azione e reazione è più appariscente: in sostanza, si chiede di applicare il Codice antimafia (nato per mafiosi, terroristi e malavitosi) a un ragazzo che ha scelto la protesta nonviolenta per spingere il Governo a interrompere l’uso di energia fossile e arginare gli eventi climatici estremi che nessuno appare intenzionato a fermare.

Blocchi stradali, imbrattamenti, incollamento davanti alla Primavera del Botticelli, al basamento di Forme uniche nella continuità del tempo e dello spazio di boccioni al Museo del Novecento, alla vasca dei delfini dell’Acquario di Genova, una secchiata di vernice lavabile sulle colonne del Teatro alla Scala di Milano in occasione della prima. Nulla che non sia stato ripulito nell’arco di poche ore o pochi minuti: prima alla Scala inclusa, con un intervento lampo che ha reso le colonne esterne del teatro splendide splendenti in netto anticipo rispetto all’arrivo della presidente del consiglio Giorgia Meloni e del capo dello Stato Sergio Mattarella.

Non è il primo caso in Italia: le segnalazioni di XR, FFF e Amnesty International

Quello di Simone non è il primo caso di repressione delle azioni di disobbedienza civile legate alla crisi eco-climatica in Italia: gli attivisti di Extinction Rebellion parlano sempre più spesso di fermi identificativi che si protraggono per molte ore, anche più di 8, quando dovrebbero durare il tempo strettamente necessario all’identificazione delle persone. Il tempo, quindi, di esibire il documento, che i manifestanti portano sempre con sé.

Gli attivisti di Friday for future a maggio hanno segnalato con un post su Instagram l’uso non necessario della forza da parte delle forze dell’ordine nell’ambito di una perquisizione dopo che avevano scritto sul muro della società Gazprom. In particolare, tre giovani hanno raccontato la perquisizione messa in atto, con regolare mandato, da 6 carabinieri (per ciascun attivista), che hanno sequestrato telefonini e abiti e chiesto loro di spogliarsi e fare flessioni.

Una tendenza rilevata anche da Amnesty International, l’organizzazione internazionale più nota per la difesa dei diritti umani, che il 10 dicembre ha lanciato la nuova campagna globale “Proteggo la protesta”, chiedendo ai governi del mondo di proteggere il diritto umano fondamentale di protesta pacifica e prevede azioni in favore di persone arrestate, sotto processo o condannate solo per aver manifestato in forma pacifica.

La strategia della repressione in Germania e nel Regno Unito

In Gran Bretagna le azioni di Just Stop Oil, campagna sorella di Ultima Generazione, hanno portato a 700 arresti nel periodo compreso tra ottobre e novembre del 2022; dal mese di aprile, in cui è iniziata la campagna, si contano circa 2.000 arresti e 24 persone che, al mese di dicembre, risultavano in carcere. Situazione simile in Germania, dove nel mese di dicembre sono state perquisite le case e sequestrati i dispositivi elettronici di 11 cittadine e cittadini di Letze Generation, campagna tedesca parte del network A22 insieme a Ultima Generazione, alla ricerca di elementi che comprovassero la loro appartenenza ad un’associazione criminale.

L’appello di Simone: appuntamento il 10 gennaio davanti al tribunale di Milano

Martedì a Roma 5 cittadini di Ultima Generazione hanno imbrattato con vernice lavabile Palazzo Madama. Simone non era fra loro. Si trovava a Roma perché invitato a partecipare alla trasmissione Agorà di Rai3. Le forze dell’ordine lo hanno però fermato all’uscita dal portone e gli hanno impedito di raggiungere gli studi televisivi.

Il prossimo 10 gennaio verrà ascoltato in Tribunale a Milano.

“A 20 anni mi trovo con l’avvenire segnato dal collasso eco-climatico e questo mi sembra davvero molto più minaccioso di un provvedimento del Questore di Pavia. La misura che mi potrebbe arrivare addosso è certamente pesante e senza precedenti, ma non è nulla che non ci aspettassimo. Anzi, penso che abbiamo già vinto. Il fatto che lo stesso Stato criminale, che ci sta condannando al peggiore dei futuri con il gas e il carbone, si veda costretto a una repressione assurda e sproporzionata su un giovane cittadino per delle proteste nonviolente, dimostra l’incisività che hanno avuto le azioni e le richieste di Ultima Generazione. Io sono pronto ad accettare le conseguenze per aver scelto di ascoltare il mio istinto di sopravvivenza, così come sono pronte tante altre persone. Quante ne dovranno mandare a processo? Quante ne dovranno sorvegliare? Quante ne dovranno far seguire ovunque da agenti in borghese? Quante ne dovranno incarcerare? Tante, sempre di più, sempre più determinate. Io sono fra queste e vi invito a unirvi a me il 10 gennaio alle 10 sotto al Tribunale di Milano in corso di Porta Vittoria, durante l’udienza. Lì, fra le altre cose, ribadiremo insieme che la lotta contro la crisi eco-climatica è una lotta per salvare la nostra democrazia e che misure come la sorveglianza speciale non fanno che metterla a rischio: fin dove si spingerà la repressione del dissenso? Quali metodi andrà ad attaccare la prossima volta? Ringrazio chi ci sarà a sostenerci e chi vorrà dare un contributo alle nostre spese legali dal sito Ultima Generazione – Disobbedienza civile nonviolenta» dichiara Simone.

Questo articolo è sato pubblicato su MicroMega il 5 gennaio 2022

Aiutaci a diffondere il giornalismo libero e indipendente.

Articoli correlati