Passante di Bologna, dubbi sui sistemi antinquinamento

di Alessandro Canella /
14 Gennaio 2022 /

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A Bologna l’anno comincia come era terminato, con il tema del Passante di Mezzo a tenere banco. Poco prima della fine del 2021, precisamente il 27 dicembre, il Consiglio comunale approvò la delibera per sbloccare l’infrastruttura. Ora, con l’avvicinarsi della Conferenza dei servizi del prossimo 18 gennaio, spuntano dubbi sull’efficacia dei sistemi antinquinamento alla base dell’accordo interno al centrosinistra guidato da Matteo Lepore, grazie ai quali è stato possibile il “sì” di Coalizione Civica.

Passante, i dubbi sui sistemi antinquinamento

I dubbi sui sistemi antinquinamento, ancora da approvare nella cosiddetta “Fase 2” del Passante, sono contenuti nella relazione di Autostrade, basata su un report del Cnr e consegnata a Palazzo D’Accursio lo scorso novembre, ma pubblicata a Natale da Marcello Saltarelli di Volt.
In particolare sembrano essere proprio le tecnologie più avanzate, come i precipitatori elettrostatici per catturare le pm e le vernici fotocatalitiche per abbattere gli ossidi di azoto a sollevare perplessità sulla loro efficacia nell’utilizzo stradale. Oltre a ciò, Autostrade evidenzia il grande dispendio energetico che queste tecnologie comporterebbero e i rischi per la sicurezza stradale connessi alla realizzazione di tre gallerie per il filtraggio degli inquinanti.

«Questo conferma i dubbi che in tanti, comitati per primi, avevano sul fatto che il Passante in corso di approvazione vada in Conferenza dei servizi senza alcuna garanzia su queste fantomatiche mitigazioni e compensazioni», commenta ai nostri microfoni Marco Palma di Bologna for Climate Justice.
L’associazione fa parte della Rete delle lotte ambientali bolognesi, che il prossimo 16 gennaio, alle 14.00 in piazza dell’Unità, si è data appuntamento per una biciclettata rumorosa proprio contro il Passante.

A proposito dei filtri per la cattura degli inquinanti, «Autostrade dice che in ambiente stradale questi sistemi, che sono stati utilizzati e sperimentati anche in ambito industriale, non hanno mai dimostrato la loro efficacia e sostenibilità, anzi comportano dei costi di gestione e dei consumi di energia molto alti», rileva Palma.
Inoltre, sottolinea l’attivista, «i filtri sono previsti nella “Fase 2”, che è ancora tutta da discutere, decidere, valutare ed eventualmente finanziare».
Analoga riflessione sulle gallerie, che per Autostrade creerebbero rischi per la sicurezza stradale. «Tra l’altro le corsie saranno di misura ridotta – osserva Palma – proprio perché il Passante passa in mezzo alla città e lo spazio per ampliarlo più di tanto non c’è. Noi crediamo che la vera sicurezza stradale si avrà quando ci saranno meno auto e veicoli pesanti che transiteranno su quel tratto autostradale».

ASCOLTA L’INTERVISTA A MARCO PALMA

Problemi di efficacia o Autostrade vuole risparmiare?

A fornire un’interpretazione diversa della relazione di Autostrade sui sistemi antinquinamento è Francesco Luca Basile, docente di Chimica, già responsabile ambientale di Coalizione Civica e membro della campagna Aria Pesa.
In un post su Facebook Basile spiega che se i sistemi di filtraggio funzionano meno in un’autostrada rispetto all’ambito industriale, la loro efficienza è comunque molto alta. La conclusione del post, inoltre, suggerisce che le obiezioni di Autostrade sembrerebbero avanzate per risparmiare sui costi.

«I dati del report del Cnr dicono, nero su bianco, che gli elettrofiltri su strada riescono ad abbattero l’80-90% del particolato, poi si dice che non arrivano all’efficienza degli elettrofiltri fatti su impianti industriali, pari al 99,9%. Ma abbattere 9 particelle su 10 è più che sufficiente», commenta Basile.
Il docente di Chimica industriale sottolinea inoltre che il sistema di filtraggio rappresenta solo una delle mitigazioni previste attorno all’opera, che andrebbero viste nel complesso, considerando anche la piantumazione di alberi ed altre opere previste.

Per contro, Basile contesta anche la risposta di Autostrade, che conta di risolvere il problema con il passaggio, in prospettiva, del traffico veicolare ad Euro 6, cioè le auto elettriche. «Una quota di particolato è generato anche dall’attrito degli pneumatici sull’asfalto, quindi pensare che il problema si risolva con il passaggio all’elettrico non è vero», osserva l’esponente del gruppo ambientale di Coalizione Civica.
Il sospetto è dunque che le obiezioni di Autostrade siano avanzate per risparmiare.

ASCOLTA L’INTERVISTA A FRANCESCO LUCA BASILE

Questo articolo è stato pubblicato su Radio Città Fujiko il 10 gennaio 2021

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