Indignez-Vous?

di Silvia Lolli /
17 Novembre 2021 /

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Indignatevi, scriveva qualche anno fa il filosofo francese Stéphane Hessel. Io almeno mi indigno ogni giorno sempre di più! L’indignazione forse è un modo più razionale per evitare altre rabbie sociali che comunque stanno montando moltissimo in questi giorni. Stamattina mi sono indignata per una scelta dei neo eletti in Comune.

Ci saranno altr@ bolognes@ ad indignarsi? Molti certamente no, altri invece avranno letto le cronache locali di stamattina in modo indifferente. Del resto ci sono contenuti molto più importanti oggi che ci dovrebbero far indignare rispetto ad una politica che pensa di cambiare, ma, peggiorando le situazioni, si fa sempre più conservatrice.

A Bologna si sono insediati il nuovo consiglio e la nuova giunta; ho notato deleghe che si intrecciano in modo certosino, assessorati, funzioni anche intrecciati con la città metropolitana che per legge non ha un’elezione diretta.

Diventa così più difficile capire da chi provengano realmente proposte ed azioni politiche.

Per esempio la recente organizzazione della maratona, preparata mi auguro anche in un momento di “interregno fra una giunta ed un’altra”, mi dà una mano a capire questa nuova fase. Tanti interessati, ma la responsabilità non dovrebbe essere data a una persona, magari a un dirigente (comunale, o privato) in grado di essere realmente competente sulla materia?

Qualche giorno fa i giornali locali riportavano con gioia: “Sinisa, allenatore del Bologna FC, sarà insignito della cittadinanza onoraria; da un anno si aspettava ciò”. Io veramente non ero in attesa!

Dopo un anno dunque l’amministrazione decide di offrire un riconoscimento importante all’allenatore della squadra di calcio bolognese. Non è certo il Nettuno d’oro o altra onorificenza proposta lo scorso anno, ma si tratta pur sempre di una cittadinanza che altri mortali attendono da anni.

Perché? In questa domanda c’è comunque la mia stima per questa persona che degnamente ha superato la malattia ed è rimasto qui e con la società di calcio. Certamente ha dimostrato un attaccamento professionale notevole, ma a Bologna ha trovato anche un sistema sanitario di alto livello.

Che cosa ha fatto l’allenatore di tanto eclatante rispetto ad uno dei tanti “migranti” anche fra quelli nati qui in città? Ricordo che egli espresse politicamente un pensiero politico che a me non piacque, ma accettai, perché nella nostra democrazia, a differenza di altri regimi, ognuno è fortunatamente libero di esprimere il suo punto di vista, soprattutto politico; almeno finora.

A questo punto chiedo ad alta voce alla neo Giunta bolognese di assegnare anche ad altri la cittadinanza onoraria: a tutti gli immigrati che da più anni lavorano nella nostra città e ai giovani nati qui.

Fra l’altro in questo periodo di Covid hanno un trattamento diverso per i controlli dei tamponi e/o le varie vaccinazioni e non possono neppure contare su strutture sanitarie dedicate e facilitate come diventano quelle per un allenatore e i giocatori di calcio.

Ora mi aspetto che chi abita da anni in città e lavora pagando le tasse, oppure è costretto ad inventarsi lavori in nero e sottopagati per vivere, venga trattato allo stesso modo di chi allena una squadra calcistica con emolumenti altissimi e molto facilmente può da un giorno all’altro abbandonare la città per lavorare sotto un’altro vessillo sportivo, seguendo le richieste di un mercato del lavoro sportivo che spesso è fuori da ogni regola economico-sociale.

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