Dalla manifestazione promossa da Si Cobas, Sgb, Cobas, Usi-Cit, Usb e Adl Cobas: “Lotta contro licenziamenti, Confindustria e governo Draghi, ma anche per continuare battaglia contro il perdurare della crisi pandemica e suo impatto sociale”. Prima del corteo Asia-Usb apre uno stabile Acer in Bolognina: “Restituiamo alla cittadinanza uno dei tantissimi appartamenti vuoti da anni”.
“Più di 5 mila lavoratrici e lavoratori oggi a Bologna sono scesi in piazza chiamati dal sindacalismo di base contro licenziamenti, Confindustria e governo Draghi”. Così in un comunicato congiunto Si Cobas, Sgb, Cobas, Usi-Cit, Usb e Adl Cobas, sigle che hanno indetto lo sciopero unitario e la manifestazione partita questa mattina da Piazza dell’Unità, che ha sfilato davanti alla sede del Comune in piazza Liber Paradisus, per poi muovere verso il centro storico e concludersi in piazza Maggiore. Continua il comunicato: “In piazza oggi erano presenti migliaia di lavoratori e lavoratrici, tra cui quelli delle aziende che sono state chiuse nel territorio Bolognese e che si aggiungono a gli oltre 900 mila licenziamenti avviati nel corso di questi ultimi mesi. Un corteo determinato che ha messo al centro dello sciopero non soltanto la lotta contro i licenziamenti ma anche la necessità di continuare una battaglia contro il perdurare della crisi pandemica e sull’impatto sociale che questa ha prodotto sulle condizioni di vita generale dei lavoratori e sul versante sanitario. Allo sciopero e alla manifestazione hanno partecipato lavoratori di tutte le categorie oltre a precari, disoccupati e militanti dei movimenti sociali. La giornata è stata importante non solo per la riuscita dello sciopero ma perché ha dimostrato che l’unità del sindacalismo conflittuale può essere non soltanto importante per l’oggi ma anche per le prospettive future e diventare un punto di riferimento per quei lavoratori e quelle lavoratrici che in questo momento hanno necessità di riprendere il conflitto nei luoghi di lavoro. Le migliaia di bandiere delle singole organizzazioni che s’intrecciavano tra di loro non è soltanto un fatto di scenografia da concedere agli scatti degli smartphone ma ci indicano un percorso che seppure tra mille difficoltà va coltivato e proseguito. La necessità di costruire un blocco di opposizione sociale e anticapitalista, contro i padroni, contro il Governo Draghi che con la complicità di Cgil, Cisl e Uil stanno portando avanti i piani di una ristrutturazuine capitalista che ha già lasciato sul campo centinaia e centinaia di licenziamenti, deve essere una prospettiva che ci deve vedere tutti impegnati, nei luoghi di lavoro e nelle piazze”.
Prima della manifestazione, e in concomitanza con la giornata di sciopero, in mattinata Asia-Usb ha aperto e occupato “uno dei tantissimi appartamenti Acer vuoti”, un fabbricato di edilizia residenziale pubblica della Bolognina: “Non ne possiamo più di case Acer vuote e senza manutenzione e gente senza casa. Restituiamo le case sfitte e abbandonate da Acer! Una stagione di lotta contro la gestione di Acer e della mancanza di politiche pubbliche sull’abitare da parte dell’amministrazione pubblica! Quante famiglie rischiano lo sfratto? Quante persone aspettano da anni in graduatoria? In quanti non riescono più a sostenere il mercato privato e avrebbero bisogno della casa popolare? Ma soprattutto, quante case vuote e abbandonate dalla malagestione di Acer? Oggi abbiamo dato un segnale preciso, che le case ci sono e che vanno assegnate a tutte quelle famiglie che ne hanno bisogno e diritto! Ci vediamo in via Zampieri 13”. La sigla sindacale per il diritto alla casa ha anche organizzato un pranzo sociale nel cortile del palazzo, “con un colpo d’occhio di case vuote e abbandonate che è vergognoso”.