In questo tempo sospeso mi sono tuffato negli ‘Amori comunisti’

13 Marzo 2020 /

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di Sergio Caserta
 
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.
Nâzim Hikmet
 
In questi tempi di Coronavirus, quando uscire di casa è diventato un dilemma sanitario e il tempo sembra sospeso, anche se l’orologio cammina sempre, la lettura resta un’arma di difesa mentale ed epidemiologica. Così ho potuto completare il bel libro di Luciana Castellina Amori comunisti (ed. Nottetempo) che avevo cominciato in attesa di una presentazione, insieme a Luciana, organizzata dal circolo del manifesto a Rimini, ma annullata per le note vicende sanitarie.
Un racconto il suo che si dipana in tre storie d’amore di militanti, dirigenti e intellettuali comunisti in Turchia, Creta e negli Stati Uniti. Vicende del secolo scorso, in quell’epoca tumultuosa incastonata tra il primo ventennio che comincia con la rivoluzione sovietica e il secondo dopoguerra fino alla fine della guerra fredda.
Tre storie, quelle di Münevver Andaç e Nâzim Hikmet, di Arghirò Polichronaki e Nikos Kokovlìs, Sylvia Bernam e Robert Thompson, unite dalla passione rivoluzionaria, dalle scelte coerenti di battersi per le proprie idee, di conservare la propria coerenza, anche al prezzo dei più alti sacrifici, in contesti nei quali essere comunisti voleva dire andare in contro alla repressione ed alla morte.
Tre amori forgiati nelle temperie di vicende politiche che hanno segnato indelebilmente la storia dei tre paesi di appartenenza: la Turchia perennemente in contrasto tra oscurantismo e aneliti di libertà, Creta e l’intera Grecia soffocate dal fascismo delle dittature militari, gli Usa del Maccartismo e della “caccia alle streghe”, con i suoi orrori e le ingiustizie delle persecuzioni di ogni forma di critica al potere, in nome della lotta al comunismo.
Così nello svolgimento di una scrittura affascinante da attenta cronista e politica, Luciana Castellina ci porge con raffinata delicatezza queste vicende umane, intime ma nello stesso tempo totalmente immerse nei contesti, per la straordinaria personalità delle protagoniste e dei protagonisti.
L’amore vero si dice che rompa ogni argine, e in questo senso vanno le tre vicende che travalicano il tempo in cui si svolgono, diventano la rappresentazione di quanto i sentimenti e le passioni dei protagonisti abbiano alla fine sorretto le inaudite durezze della condizione fisica e interiore, delle prove che hanno dovuto affrontare nelle temperie della propria esistenza.
Oggi che il comunismo e il socialismo si dicono perdenti e superati, ritroviamo invece in questo scritto quel senso profondo di condivisione degli ideali, per i quali milioni di persone si sono battute in tutto il mondo in difesa della giustizia e della libertà, che non sono mai persi per sempre. Quei valori sono soprattutto la strada verso l’emancipazione umana, il fine ultimo per il quale le idee d’uguaglianza sono sorte ed ancora esistono e resistono.
Questo articolo è stato pubblicato su IlFattoQuotidiano.blog il 12 marzo 2020

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