di Casa delle donne per non subire violenza Onlus – Bologna
Un virus si propaga in Italia e nel mondo: la violenza di genere contro le donne è epidemica, globale, trasmissibile, contagiosa, può essere letale, è un morbo culturale che infetta i luoghi, le menti e i corpi di tanti/e, adulti/e e minori. Eppure la violenza contro le donne non catalizza così tanto l’attenzione pubblica, gli investimenti dello stato e delle istituzioni, con uno sforzo costante. Sappiamo bene che, come le malattie, anche la violenza si può curare, si può guarire, dalla violenza si può uscire: tutta l’attività dei centri antiviolenza e le tante donne che ne sono venute fuori lo dimostrano.
I dati sintetici di attività della Casa presentati qui sotto ce lo dicono, e ce lo
confermano anche i dati regionali e nazionali. Anche fermare la violenza intergenerazionale si può: attraverso la cura di altre donne preparate professionalmente, si può evitare che i figli e le figlie riproducano i comportamenti dei genitori, se sono maschi imitando il padre maltrattante, se sono femmine rimanendo intrappolate nella violenza domestica.
Dati di attività Casa delle donne
Nel 2019 la Casa è stata contattata da 728 nuove donne (di cui 692 hanno subito violenza: 461 italiane e 218 straniere, 13 nr.; sono 386 le donne provenienti da Bologna, le altre da fuori città), mentre altre 224 sono state seguite per motivi di violenza dagli anni precedenti. In totale si tratta di 916 donne, con un aumento di 104 donne rispetto ai dati relativi all’anno 2018. Delle 692 donne nuove, 537 hanno subito violenza da parte del partner o ex, 76 da altri familiari, 37 da un amico/conoscente. I colloqui personali svolti nell’anno 2019 sono 1.837, dato anche questo aumentato del 49% rispetto all’anno precedente (1.236). Si può leggere questa crescita come una sempre maggiore presa di coscienza delle donne, che si sentono più autorizzate a chiedere aiuto, anche in relazione a un’aumentata competenza dell’informazione pubblica sul tema della violenza, o anche all’infittirsi del lavoro di sensibilizzazione e di rete per l’emersione dei casi.
Nelle strutture di ospitalità sono state ospitate 79 donne, insieme ai/alle loro 80 figli/e, per un totale di 159 ospiti (erano 126 nell’anno 2018), con un aumento del 26%, spiegabile con l’entrata a pieno regime della seconda casa di emergenza Ri-uscire, che nel 2018 era stata aperta solo da maggio. Le italiane ospitate nel 2019 sono 26, e 53 le straniere. Alcune donne sono transitate in diverse strutture, ad esempio da quelle di emergenza (1-2 mesi) a quelle di ospitalità di medio periodo (6-8 mesi). Non è stato possibile ospitare 35 donne per mancanza di posti letto.
Nel corso del 2019 il Settore Oltre la Strada ha seguito 30 donne vittime di tratta che hanno scelto di intraprendere un percorso di protezione sociale ai sensi dell’art.18 T.U. Di queste, 15 hanno fatto accesso al Centro per la prima volta nel 2019, mentre altre 15 erano già in carico dagli anni precedenti. Sono inoltre stati effettuati 414 colloqui e 96 accompagnamenti di area medica, sociale e legale. La nazionalità prevalente è quella nigeriana (67%), mentre il 20% proviene da paesi dell’Europa Orientale e il restante 13% da altri paesi extra europei. L’86% delle donne vittime di tratta seguite ha riferito di aver subito violenza economica, l’80% violenza psicologica, il 73% violenza fisica e il 46% violenza sessuale. Le donne vittime di tratta raramente subiscono infatti un’unica forma di violenza, molto più frequente è il caso in cui diversi tipi di violenza si siano sovrapposti o susseguiti. Grazie alle attività di raccordo coordinate dal Comune di Bologna e dalla Regione Emilia-Romagna, si è rafforzata la rete di supporto a favore di donne richiedenti asilo vittime di tratta. Si è infatti registrato un significativo aumento delle segnalazioni e un conseguente
ingresso facilitato ai programmi di protezione sociale da parte di giovani donne vittime di tratta richiedenti asilo, favorendo in questo modo l’uscita da una situazione di sfruttamento sessuale e la possibilità per loro di intraprendere un percorso di inserimento socio-lavorativo.
Casa rifugio “Proseguire” ad alta valenza educativa
Presso un appartamento di proprietà della Casa delle donne, verrà allestita nei prossimi mesi una Casa rifugio ad alto sostegno educativo. Il progetto, presentato da Comune di Bologna e Città Metropolitana, in collaborazione con la Casa delle donne, ha ottenuto un finanziamento dalla Regione, e nasce dal bisogno rilevato di problematiche complesse che sempre più frequentemente si aggiungono al percorso di uscita e protezione dalla violenza, problematiche che richiedono un particolare supporto e una maggiore presenza oraria di operatrici ed educatrici. Il 31 marzo 2020
il progetto di Casa Proseguire verrà presentato ai servizi e alle associazioni firmatarie dell’Accordo metropolitano.
Le iniziative della Casa delle donne intorno all’8 marzo.
Dal 22 febbraio all’ 8 marzo 2020 in tutti i punti vendita Despar, Interspar ed Eurospar della Regione Emilia-Romagna sarà possibile sostenere Casa delle donne per non subire violenza: tutta la clientela potrà fare una donazione libera direttamente dalle casse del supermercato. Dall’8 marzo al Centro commerciale Lame, in Marco Polo 3, saranno esposte due istallazioni sul tema della violenza di genere e del femminicidio: “Sogni vestiti” e “100 scarpette rosse per dire basta…”. Le opere che compongono la mostra sono state realizzate dal gruppo di donne Fili Urbani di Bologna e donate alla Casa delle donne.
Da qualche giorno la Casa ha lanciato una raccolta fondi su Facebook per sostenere le attività del centro: https://www.facebook.com/casadonnebologna/
A causa delle disposizioni sull’emergenza coronavirus molte iniziative sono state cancellate o rimandate: le piazze chiamate da Non una di Meno Bologna, di cui la Casa fa parte, per l’8 e il 9 marzo sono state annullate, pur senza voler rinunciare a creare assieme nuove forme di lotta che ci rendano parte attiva dello sciopero femminista e transfemminista nel mondo. Invitiamo a seguire la pagina facebook del nodo bolognese https://www.facebook.com/nonunadimenobologna/.
Anche Viva Vittoria, opera relazionale condivisa a cura del Caffè dei Gomitoli, prevista per il 7 marzo in Piazza Maggiore, con un’asta a favore dei centri antiviolenza cittadini, verrà rimandata al 4 aprile.
Campagne a cui la Casa aderisce
D.i.Re – Donne in rete contro la violenza, di cui la Casa fa parte:Violenza sulle donne. In che Stato siamo? (https://www.direcontrolaviolenza.it/).
#Pensaciprima per chiedere alla Giunta della Regione Emilia-Romagna di impegnarsi su tre proposte concrete contro la violenza di genere: raddoppiare e rendere strutturali le risorse ai centri antiviolenza, un sostegno economico alle donne attive in percorsi di fuoriuscita dalla violenza, e la costituzione di un fondo regionale per coprire le spese di assistenza legale (https://www.pensaciprima.info)
Questo comunicato è stato pubblicato sul sito dell’associazione Casa delle donne per non subire violenza – Bologna il 6 marzo 2020