di Silvia R. Lolli
Complici l’euforia di questo primo step rivitalizzante la democrazia emiliano-romagnola (e spero italiana) e un periodo di obbligato riposo, continuo a ripensare alle recenti piazze. Dal cellulare non ho tolto la foto scattata dalle finestre del palazzo comunale di Bologna, la prima piazza delle sardine. Alla luce notturna si vede, dopo tantissimi anni, una piazza piena, non di gente, ma di persone.
Mi avvicino: sono persone in movimento, camminano, parlano fra loro, si rivedono, magari dopo anni. Gruppi che si formano, si dividono, si ritrovano; persone che si conoscono per la prima volta o si ricordano di essere già state assieme in qualche luogo. “A Bologna non si perde neanche un bambino” cantava Dalla, ed è vero, anche se il trend demografico ci dice che ogni 5 anni cambia la composizione dei residenti; ma i luoghi di incontro e gli eventi culturali sono tanti, tante le associazioni che aiutano a evitare lo solipsismo odierno; le persone possono avvicinarsi e conoscersi scambiandosi conoscenze ed esperienze; si chiama anche accoglienza.
Le persone, contattate in poco tempo attraverso gli strumenti digitali, si sono riappropriate di piazza Maggiore, ormai affollata così solo in occasione di eventi commerciali, oppure durante l’estate con la manifestazione culturale del cinema in piazza, preceduta dalla rassegna del cinema ritrovato, ormai di livello internazionale.
Poco altro negli ultimi venti o trent’anni. Piazza via via morta dopo i funerali della strage del 1980, che fece cambiare il corso della politica italiana e locale. Allora non riuscii a raggiungere la piazza, ma dalle retrovie e con il lento passo verso il centro ricordo il silenzio assordante mio e di tutti gli altri: sentivamo di partecipare assieme ad un giorno luttuoso per la giovane democrazia italiana. Sentivamo il dovere di partecipare, di manifestare la nostra cittadinanza, una sorta di partecipazione laica per tutti gli eventi che colpiscono la democrazia e quindi i propri diritti e doveri.
Nella piazza bolognese delle sardine ho avvertito la stessa consapevolezza: esserci laicamente per R-esistere da cittadini. Questa è la vera “sovranità popolare che appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” (2°c. art.1 Costituzione Italiana).
Elly Schlein in questi giorni ha sottolineato più volte l’idea di laicità che la sua lista Emilia-Romagna Coraggiosa ha cercato di portare avanti nel poco tempo pre-elettorale che ha avuto, fortunatamente con ottimi risultati (dietro c’è comunque qualcosa di più: attenzione agli altri, lavoro e studi di anni ed incontri con le persone!).
La laicità è l’idea espressa anche a Bologna in piazza Maggiore, nella quale le persone avevano portato sardine creativamente costruite da loro stesse alla luce del motto: “Bologna non si lega”. Promotori alcuni giovani da benedire, ma partecipazione collettiva immensa, sempre più convinta.
Non bandiere, non slogan, arte popolare invece e comunicazione reale, non virtuale: il cellulare soprattutto per video e foto, meno per chat. Poi la canzone di Dalla “Com’è profondo il mare” ha dato il via libera a più emozioni. La musica, pur se difficile da seguire per via di un’impianto acustico non da comizio elettorale, mi ha fatto più volte sospendere la chiacchierata che stavo facendo con un’amica: c’era voglia di dare la propria voce al coro. Avremmo preferito che a Bologna si intonasse anche Bella ciao! Qualcuno l’ha fatto all’interno della piazza, ma non ha preso come è avvenuto successivamente in altre piazze.
Forse va bene così. Ricordiamo che la laicità subito dopo la Resistenza si è un po’ persa prima di consolidare la fragile democrazia italiana. Il partito d’azione infatti si disgregò nella divisione mondiale ed italiana dei blocchi ideologici.
Resistenza che non è riuscita a portare a quella parità di genere che le staffette partigiane e le altre donne della Resistenza avevano contribuito a far decollare (ma in questa terra il privato, la casa, è stato sempre il potere della donna! Il passato etrusco continua a contaminare?). Quello delle donne anche nelle industrie di guerra, nell’organizzazione degli scioperi per esempio, fu un apporto importante, culminato poi con il suffragio di voto universale in cui si decise intanto per la Repubblica e poi per la scrittura di una Costituzione bellissima. Poi lento regredire fino al femminismo.
Piazza Maggiore come molti incontri di partecipazione dal basso degli ultimi vent’anni rappresentano bene la demografia italiana: alta presenza femminile di tutte le età. La riappropriazione di una visibilità nel pubblico che non dovrebbe aver bisogno di leggi: il contributo delle donne, cioè la loro presenza, è molto più alta di quella che la politica formale ha fatto vedere finora. E’ stato consumato tempo per il cambio dell’art. 51 della Costituzione, quando bastava solo applicare bene il precedente, cioè rendere sostanziale la forma già indicata dalla norma programmatica!
Le sardine per me sono anche questo: non c’è prevaricazione di genere, si va assieme, compatte/i. E infatti ci sono ora più donne elette, bella questa spinta dal basso! Questi pesci che si muovono in gruppo, ma ognuno può decidere, cambiano la loro direzione in modo velocissimo appena avvistano un predatore; è il loro istinto di sopravvivenza. Stanno anche nel mare profondo. Il nostro Adriatico non è poi così profondo, ma contiene ancora parecchie sardine, pesce azzurro sostenuto per l’alto valore nutritivo da una campagna pubblica regionale già trent’anni fa, una delle tante di tipo educativo e sostenibile della Regione Emilia-Romagna.
Possiamo ancora pescarle senza annientarle grazie al fermo pesca ed al fatto di essere in un mare interno, cioè poco percorso dalle fameliche flotte industriali delle multinazionali di pesca che stanno impoverendo molte popolazioni delle coste africane, così da implementare quell’immigrazione che i leghisti combattono.
Le sardine si spostano dunque velocemente davanti al pericolo. Oggi lo vedo come un ammonimento per chi ha vinto e deve costruire una giunta regionale che non inquini ancora le acque della buona, partecipata, politica. Già ci penseranno gli oppositori veri e quelli subdoli che provengono dalle stesse costole del precedente mandato, che per esempio dopo il voto del Conte 2 hanno pensato di dividersi in corpuscoli elettorali pronti ad ogni evenienza: anche ad un Nazareno 2?
Sarò con le sardine e cambierò rotta se le idee cambiassero, così per ritrovare in questi spostamenti un po’ di ossigeno che la calma ed asfissiante politica passata, ha tolto al mare: il movimento crea vita, il movimento dell’acqua libera l’ossigeno, unica possibilità per il metabolismo cerebrale.
“Siamo noi, siamo in tanti…ci nascondiamo di notte …siamo i gatti neri, siamo i pessimisti, siamo i cattivi pensieri e non abbiamo da mangiare, com’è profondo il mare…. È inutile non c’è più lavoro, non c’è più decoro Dio o chi per lui sta cercando di dividerci di farci del male di farci annegare …Con la forza di un ricatto l’uomo diventò qualcuno resuscitò anche i morti, spalancò prigioni bloccò sei treni… innalzò per un attimo il povero ad un ruolo difficile da mantenere poi lo lasciò cadere a piangere e a urlare…poi da solo l’urlo diventò un tamburo e il povero come un lampo nel cielo sicuro cominciò una guerra per conquistare quello scherzo di terra che il suo grande cuore doveva coltivare… poi una storia di catene bastonate e chirurga sperimentale…Intanto un mistico …inventò la commozione e rimise d’accordo tutti i belli con i brutti con qualche danno per i brutti che si videro consegnare un pezzo di specchio così da potersi guardare… Frattanto i pesci dai quali discendiamo tutti assistettero curiosi al dramma collettivo di questo mondo che a loro indubbiamente doveva sembrar cattivo e cominciarono a pensare nel loro grande mare…E’ chiaro che il pensiero dà fastidio anche se chi pensa è muto come un pesce anzi un pesce e come un pesce è difficile da bloccare perché lo protegge il mare…Certo chi comanda non è disposto a fare distinzioni poetiche, il pensiero come l’oceano non lo puoi bloccare non lo puoi recintare, così stanno bruciando il mare, così stanno uccidendo il mare, così stanno umiliando il mare, così stanno piegando il mare”.
Grazie Dalla, grazie Sardine, grazie a Noi.