di Liana Milella
«Sì al taglio dei parlamentari purché sia garantita una rappresentanza plurale, come la Carta esige. Altrimenti la nostra democrazia costituzionale subirebbe un colpo durissimo. Direi addirittura che potrebbe considerarsi finita». Dice così la costituzionalista di Padova Lorenza Carlassare, che per la sopravvivenza della “democrazia costituzionale” si è sempre battuta.
Ha visto che con il taglio dei parlamentari siamo ormai arrivati al passo finale? Lei cosa ne pensa?
«Io non sono mai stata contraria al taglio. Non per ragioni di risparmio, perché le questioni economiche, quando si tratta di istituzioni della democrazia, non possono valere. Però mi sembra utile ridurre il numero di deputati e senatori perché molti membri della Camera non sono attivi, ma appaiono passivi, quindi scarsamente utili, e possono costituire, nel peggiore dei casi, canali di accesso alle istituzioni che potrebbero anche dar luogo a fenomeni corruttivi».
Ma cosa la convince in questa riduzione?
«La presenza di un numero minore di parlamentari può facilitare un dialogo per giungere a decisioni condivise a cui le persone presenti partecipano tutte in modo più costruttivo».
Lei crede alla riforma di M5S, ma individua anche dei difetti?
«Ci credo abbastanza. Ma vedo anche un pericolo, quello che tutti hanno denunciato, che ci sia una perdita di rappresentatività dell’assemblea. Quindi il mio giudizio favorevole è condizionato al fatto che veramente si faccia una riforma elettorale in senso proporzionale».
È proprio quello che ha chiesto il Pd per dare il suo lasciapassare al taglio. Lei quindi ritiene assolutamente indispensabile una nuova legge elettorale di tipo proporzionale?
«Si, assolutamente. Basta andare a rileggersi i lavori della Costituente. Dove la proposta di Costantino Mortati di inserire in Costituzione il principio della rappresentanza proporzionale non venne accolto solo perché non si voleva vincolare il legislatore futuro, ma alla fine diventò un ordine del giorno che venne approvato dall’assemblea. Quell’ordine del giorno merita di essere riletto oggi. Dice: “L’assemblea costituente ritiene che l’elezione alla Camera debba avvenire secondo il sistema proporzionale”».
Il taglio dei parlamentari però non entrerà in vigore subito. Se nel frattempo si fa la legge elettorale che invece diventa immediatamente operativa non si rischia, politicamente, di accelerare le elezioni?
«Una riforma proporzionale è comunque indispensabile perché estendere la partecipazione a tutti i membri del corpo sociale e garantire la rappresentanza di tutti gli interessi presenti in una società plurale è il vero senso del costituzionalismo post moderno».
I “nemici” del taglio dei parlamentari contestano proprio che con questa riforma si riduce la rappresentanza. Non è un grosso rischio?
«Proprio per questo è assolutamente indispensabile un sistema proporzionale che dia voce alle minoranze, perché eliminandole o soffocandole si indebolisce la prima ragione per cui le Costituzioni nascono, cioè per sottoporre a limiti e regole il potere. La maggioranza artificialmente creata con leggi maggioritarie non trova più limiti politici, perché con questo sistema si altera la normale dialettica tra maggioranza e minoranza. I limiti giuridici da soli non bastano, in quanto le forze minoritarie ridotte all’irrilevanza non possono svolgere un’opposizione necessaria ed efficace».
Questo articolo è stato pubblicato da Libertà e giustizia riprendendolo dal quotidiano La Repubblica del 27 settembre 2019