di Florelle, Pasionaria.it
Ormai in Italia l’International Women Day, cioè la Giornata internazionale delle Donne, è diventata per tante una ricorrenza commerciale come molte altre (San Valentino, la festa della mamma, la festa del papà…) senza più alcuna valenza politica. È il giorno per “uscire da sole con le amiche” (come se ci fosse bisogno del permesso del partner per farlo o bisognasse aspettare un giorno apposito): si va a mangiare, magari si va a vedere qualche spogliarello (anche lì: come se per l’otto marzo ci fosse una deroga speciale alla regola della “casta matrona”, sia mai che una donna consumi il corpo di un uomo in un altro giorno).
Ma anche chi sa che l’anniversario nasce con una valenza politica (che in molti altri paesi conserva), raramente conosce la storia di questa giornata, che dal 1975 l’Onu fissa come celebrazione l’otto di marzo ma dal 1977 con una risoluzione concede agli stati membri di celebrare anche in date diverse, a seconda delle diverse tradizioni nazionali.
Voglio ricordare proprio questo provvedimento perché ci aiuta a meglio comprendere l’origine di questa ricorrenza, che non ricorda un evento in particolare (anche se in Italia è molto diffusa la falsa credenza che sia stata istituita in memoria di un incidente, avvenuto il 25 marzo 1911, in una fabbrica tessile di New York dove persero la vita molte operaie, per lo più immigrate). La Giornata Internazionale della donna nasce in realtà come mobilitazione socialista, promossa in vari paesi.
Se ne ha traccia per la prima volta il 28 febbraio del 1909 negli Stati Uniti, quando il Partito Socialista istituì un giorno per celebrare le lotte delle operaie che si battevano per migliori condizioni di lavoro. L’anno successivo la giornata fu riconosciuta dalla maggioranza dei partiti della Seconda Internazionale Socialista, riunita a Copenaghen, ma senza una data prestabilita. Nel 1911 ci furono le prime celebrazioni in alcuni paesi dell’Europa occidentale.
La Giornata Internazionale della donna diventò molto popolare durante la prima guerra mondiale: fu l’occasione per le donne di aggregarsi e organizzare le marce per la pace. Particolarmente imponente fu la protesta delle donne russe l’8 marzo 1917, che protestavano per “pane e pace” e per il loro diritto di voto (le parole volano: “bread and roses”, pane e rose, era stato lo slogan degli scioperi inglesi di pochi anni prima, pronunciato dalla suffragetta Rose Schneiderman). Era l’inizio della Rivoluzione Russa di Febbraio, preludio alla Rivoluzione d’Ottobre. La risonanza dell’iniziativa delle donne russe, che ottennero pochi giorni dopo il diritto di voto, fu incredibile tanto che nel 1921, la Seconda Internazionale delle Donne comuniste fissò in quella data la Giornata mondiale dell’Operaia.
Proprio per questo in molti paesi la data dell’otto marzo è diventata la data convenzionale per la Giornata Internazionale della donna (e forse proprio per le sue origine socialiste e comuniste, dal dopoguerra si è cominciato a cercare altre spiegazioni per quella data).
In Italia la Giornata Internazionale della donna fu celebrata per la prima volta l’anno successivo, il 1922, ad opera del Partito Comunista Italiano. Si scelse di celebrarla il 12 marzo perché era la prima domenica dopo l’8. Con la salita al potere di Mussolini, la festa non fu ovviamente più celebrata. Bisognerà dunque aspettare la fine della guerra e la creazione dell’Unione Donne Italiane (UDI) per poter di nuovo avere una Giornata Internazionale della Donna anche In Italia.
L’8 marzo del 1945 si tennero così le prime celebrazioni nelle zone d’Italia già liberate dal Comitato di Liberazione Nazionale, ma solo l’anno successivo fu possibile una celebrazione nazionale.
Tre protagoniste della Resistenza e deputate del PCI, Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei scelsero come simbolo della giornata la mimosa, perché è un fiore comune, che fiorisce attorno ai primi di marzo in tutta la penisola ed era quindi accessibile a tutte le persone, senza distinzioni di classe.
Durante la grande stagione dei movimenti femministi italiani, l’otto marzo fu sentito come festa politica: è bene ricordare l’imponente manifestazione romana dell’8 marzo 1972, quando le donne chiesero a gran voce la legge sul divorzio, sull’aborto e la pari dignità per tutti gli orientamenti sessuali.
Non ho di proposito mai usato il termine comune “festa della donna”, proprio perché non è corretto, anzi è un modo di distorcere ulteriormente il senso della giornata. La Giornata Internazionale della Donna è un giorno di celebrazione e di lotta, una giornata politica e simbolica: è un controsenso che sia diventata per molte persone l’ennesima occasione di sfrenato consumismo.
Proprio per questo vi proponiamo nella nostra agenda degli appuntamenti un po’ diversi per questa giornata: approfittatene.