di Angelo d’Orsi, storico dell’Università di Torino – “Historia Magistra”
Noi sottoscritti/e, consapevoli dell’impegno che implica questo appello, ci rivolgiamo a tutti gli abitanti della terra chiamata Italia, per invitarli a disobbedire a leggi ingiuste e a norme inique. Ci riferiamo in particolare al cosiddetto “”: in attesa che la Corte Costituzionale ne valuti gli aspetti inerenti alla sua legittimità, di cui dubitiamo, affermiamo con forza che le norme in esso contenute non soltanto siano inefficaci rispetto all’obiettivo dichiarato da chi lo ha voluto, in particolare il ministro dell’Interno, ma siano anche norme pericolose, disumane, e foriere di tempeste.
Lanciamo questo appello a ridosso della data che ricorda la liberazione da parte dell’Armata Rossa del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, nel 1945. Questa giornata viene festeggiata in larga parte del mondo, con la denominazione di “Giorno della Memoria”: ebbene ci pare che troppe persone soffrano di disturbi della memoria, se le immagini che abbiamo veduto e continuiamo a vedere da settimane, non vengono colte come un triste replay di scene atroci del passato, immagini di deportazione, di mamme sfinite che stringono i loro bimbi piangenti, mentre le barche che li trasportano oscillano nelle onde gelide del Mediterraneo, immagini di famiglie spezzate, di uomini e donne strattonati e caricati come bestie che vanno al macello, in base ad articoli folli di quel decreto.
Noi non siamo indifferenti davanti alle foto di esseri umani legati mani e piedi e gettati sulla nuda terra nei campi libici, nuovi lager, dall’Italia finanziati. Noi non vogliamo rimanere inerti e silenti davanti alle foto di bimbi morti sulle navi a cui viene negato l’approdo ai porti d’Italia, con una palese violazione del diritto internazionale dei mari. Noi non intendiamo piegare la testa davanti allo sprezzo delle più elementari norme del diritto umanitario, da parte dei nostri governanti.
In questa giornata della Memoria 2019, noi firmatari di questo Appello non dimentichiamo gli orrori del passato, e non vogliamo essere complici di quelli del presente. Come ha detto il grande Andrea Camilleri: “Non in mio nome”: quello che sta accadendo in Italia, sotto la regia del governo Conte-Salvini-Di Maio (e che porta alle estreme conseguenze politiche dissennate e crudeli dei governi a guida PD del recente passato) ci induce a ripeterlo, e gridarlo: “Non in nostro nome!”.
E non solo ci dissociamo da questa politica, ma reclamiamo il nostro diritto a disobbedire: davanti alla barbarie resa legale, prima che ci sommerga tutti e tutte, prima che ci rendiamo tutti complici, dichiariamo il nostro sostegno alle ONG che lavorano in mare e in terra per dare accoglienza ai migranti, agli amministratori locali che si battono contro questo scellerato Decreto, alle associazioni, alle famiglie, ai singoli cittadini che con generosità si stanno mobilitando per dare aiuto a questi nuovi “dannati della terra”, che cercano scampo dalla miseria, dalla sofferenza, dall’oppressione, e che vengono crudelmente respinti, dopo che noi italiani, noi europei, siamo tra i principali responsabili della loro situazione.
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Questo articolo è stato pubblicato da Micromega Online il 28 gennaio 2019