di Andrea Fabozzi
La costituzionalista Lorenza Carlassare è professoressa emerita di diritto costituzionale all’università degli studi di Padova.
Professoressa Lorenza Carlassare, come giudica il decreto «sicurezza»?
La prima considerazione critica riguarda la mancanza di omogeneità nel testo. La Corte costituzionale ha sempre detto che ci vuole omogeneità nei contenuti di un decreto legge, mentre questo di Salvini mette assieme cose diverse. Nella seconda parte, quella più propriamente sulla sicurezza, accanto a misure da rifiutare, come l’allargamento nell’impiego della pistola elettrica, ci sono anche cose che possono essere interessanti, per esempio tra le misure antimafia. Aggiungo che, come ha già osservato il professor Flick, l’accostamento tra migranti, terroristi e mafiosi è parecchio malizioso. Il decreto non è solo eterogeneo, vuole anche suggerire che i migranti sono pericolosi e questo è inaccettabile. Ecco, la prima cosa da dire è che avrebbero dovuto essere almeno due decreti, come del resto era previsto in origine.
Secondo lei il decreto è incostituzionale?
Sul punto delle revoca della cittadinanza penso proprio di sì. Intendiamoci, nel momento in cui uno straniero acquista la cittadinanza è cittadino italiano come gli altri. Invece questo decreto è come se gli attribuisse un vizio di origine. Prevede che alcune categorie e solo loro possono perdere la cittadinanza, così pone in essere una discriminazione effettiva e ingiustificata sulla base della provenienza. Questo è sicuramente incostituzionale per violazione del principio di uguaglianza.
Le sembra violato anche l’articolo 22 per il quale «Nessuno può essere privato, per motivi politici, della capacità giuridica, della cittadinanza, del nome»?
Se ne può discutere. La condanna per terrorismo non può essere considerata come un motivo politico. Ma è certamente politica la selezione di una categoria di cittadini che può perdere la cittadinanza, in conseguenza di queste condanne.
Il decreto prevede anche l’espulsione immediata per il richiedente asilo prima della condanna definitiva, questo viola la presunzione di innocenza?
A mio modo di vedere è soprattutto una violazione del diritto alla difesa, articolo 24 della Costituzione. Essere espulsi condiziona moltissimo, anzi praticamente impedisce la possibilità di difendersi in tribunale. A pensarci bene anche questa disposizione può rappresentare una forma di discriminazione, quindi un’altra violazione del principio di uguaglianza, perché la presunzione di innocenza viene fatta valere meno per una certa categoria di persone, i richiedenti asilo.
Il prolungamento fino a 180 giorni della detenzione amministrativa è costituzionale?
In questo caso prima ancora che dal punto di vista giuridico c’è molto da eccepire dal punto di vista umano. Il mio problema non sono tanto i giorni in più o in meno di questa detenzione, ma le condizioni disumane in cui queste persone sono tenute. È gravissimo come stanno, non quanto ci stanno. La Costituzione impone il rispetto della persone, la dignità umana è il suo cuore. Anche una persona sottoposta alla limitazione della libertà deve avere garantito un trattamento rispettoso e umano, a maggior ragione chi non sta scontando alcuna pena. La Costituzione non distingue neppure tra cittadini e stranieri, la dignità è un diritto universale.
Le giro una obiezione renziana: perché voi professori del no alla riforma costituzionale, malgrado le scorribande di Salvini, avete smesso di denunciare la “deriva autoritaria”?
Per adesso la Costituzione non è stata toccata, anzi le proposte di cui ha parlato il ministro Fraccaro mi sembrano condivisibili anche perché puntuali. Una legge incostituzionale può sempre essere bloccata dalla Corte costituzionale, mentre se si cambia la Costituzione non c’è rimedio. All’obiezione rispondo per quello che riguarda me: se dovesse esserci un attacco alla Carta del genere di quello portato dal Pd nella scorsa legislatura, Renzi stia tranquillo che insorgerò. Vale anche per modifiche alla legge elettorale che cambiano nella sostanza la rappresentanza e la forma di governo, come quelle che hanno proposto e realizzato i renziani. Che anche per questo portano una responsabilità per la situazione attuale.
Questo articolo è stato pubblicato dal quotidiano Il manifesto il 26 settembre 2018