Bologna: il centro per i rimpatri e lo strabismo del sindaco

30 Gennaio 2018 /

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di Emily Clancy e Federico Martelloni, Coalizione Civica per Bologna
Sulle strutture per il rimpatrio ricordiamo perfettamente ciò che il sindaco disse un anno fa manifestando la propria contrarietà a ospitare nuovamente a Bologna un Cie. Ricordiamo perfettamente anche come l’argomento sia stato usato per “corteggiamenti” a sinistra durante la campagna elettorale. L’anno scorso, quando si parlava della riapertura di una struttura simile, Merola disse “Non passa. C’è incompatibilità ambientale”.
Per il sindaco era infatti “inutile inseguire un clima di allarme, vogliamo far passare l’idea che, in quanto immigrati irregolari, siano delinquenti? Non è assolutamente così”. E ancora, se il ritorno del Cie è di per sé “sbagliato”, sosteneva, lo è “ancora di più perché si dà la stura agli opposti estremismi, come si diceva una volta”.
Ora il sindaco ha radicalmente cambiato idea e invoca la presenza sul nostro territorio di un Centro per i rimpatri, ma solo per chi ha commesso reati e solo se straniero naturalmente. Un bello spot elettorale che strizza l’occhio alla destra (come se non bastassero le candidature del Partito Democratico). Non è dato sapere se gli “stranieri delinquenti” che Merola vorrebbe recludere siano già stati giudicati, in attesa di processo, a pena già scontata… ma si sa: realtà, dati e propaganda non vanno d’accordo.

Noi invece vogliamo dire la verità ai cittadini, anche quelli che hanno paura. Come sanno benissimo sia il sindaco Merola che il Ministro Minniti, le procedure di rimpatrio che vorrebbero attuare dopo aver recluso le persone nei centri, sono inefficaci e incredibilmente costose. Le numerose interrogazioni parlamentari sul tema, di tutti i colori politici, non hanno mai avuto risposta sui dati dei rimpatri, proprio perché si tratta di numeri residuali.
Per chi ha commesso dei reati ed è destinatario di un provvedimento di espulsione, il carcere ha già tutti gli strumenti per identificare una persona e attivare tutti i meccanismi di espulsione. Non è assolutamente necessario attivare ulteriori strumenti e non è necessario soprattutto fare confusione sul terreno della gestione di un tema complesso come quello del rimpatrio di chi ha commesso reati.
Invitiamo quindi il sindaco a non confondersi e a non confondere la cittadinanza. Vogliamo inoltre ricordare al sindaco che per chi ha commesso reati esiste la cosiddetta funzione rieducativa della pena grazie alla quale molte persone, dopo aver commesso un reato, sono riuscite poi a intraprendere percorsi di reinserimento nella società. Il sindaco Merola con le sue parole cancella l’articolo 27 della Costituzione, ma solo per i cittadini stranieri.
Come inoltre ricordano l’Associazione Antigone, Lasciateci entrare, gli osservatori e le associazioni per i diritti umani, i sindacati, i Cpr non sono altro che dei Cie a cui si è cambiato il nome. Continuare a fare campagna elettorale fomentando odio contro gli immigrati indiscriminatamente è davvero la peggiore pagina della storia di questa città.

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