di Paolo Flores d’Arcais
Oltre cinque mesi fa scrivevo: “il Movimento 5 stelle deve scegliere: tra destra e sinistra. Non nel senso dei partiti e delle forze organizzate che vengono presentate con queste etichette, sia chiaro, poiché anzi uno dei due motori del rapido, dilagante, tenace affermarsi elettorale del movimento è aver dichiarato che “destra e sinistra sono tutti eguali, noi siamo oltre” (l’altro motore è l’alternativa alla Casta, imponendo un tetto di due mandati rappresentativi e uno stipendio da cittadino medio ai deputati).
Ma certamente nel senso dei valori, degli interessi, dei grandi orientamenti programmatici, poiché quell’antica contrapposizione (giustizia e libertà contro oligarchia e privilegio) diventa anzi più stringente – etica e perfino “antropologica” – proprio col tramonto delle ideologie dominanti nel secolo scorso”.
Da allora nel M5S è stato tutto un rincorrere il lepenismo (in Italia il salvinismo-melonismo). Sui migranti, ma qui il salvinismo-melonismo è diventata l’ideologia ufficiale del PD, alias PDR Partito Di Renzi. E sulle radici storiche e simboliche, cruciali nel determinare un’identità: Di Maio che arriva all’oscenità di infangare Berlinguer mettendogli accanto il fucilatore repubblichino Almirante, e oggi il movimento di Grillo e Casaleggio jr. che rifiuta di sostenere una legge in realtà moderata contro l’apologia di fascismo (reato già esistente ma rottamato da vergognosi distinguo e menefreghismi, è il caso di dirlo).
Fino al cachinno lurido perché spacciato da libertario. M5S “provvedimento liberticida”. Salvini: “Le idee non si processano”. Quelle fasciste e razziste si processano eccome, severamente e sistematicamente, perché non sono idee ma ipso facto, se vogliamo difendere la nostra civiltà, istigazioni a delinquere.
Insomma, Grillo Casaleggio jr. e Di Maio (e tutti gli altri belando: uno vale uno) hanno scelto: la destra, anche lussuosamente becera, a cinque stelle.
Questo articolo è stato pubblicato da Micromega online il 10 luglio 2017