di Stefano Deliperi
Il Comune di Sassari sta giustamente completando il quadro di pianificazione del suo territorio, uno dei più vasti d’Italia. Dopo il piano urbanistico comunale (P.U.C.), in vigore dal 2014 e contenente alcune scelte ben poco meditate, come quella dell’ipotesi di trasformazione edilizia della Campagna Bellieni, ora sostanzialmente scongiurata grazie al vincolo storico-culturale (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), ora è la volta del piano particolareggiato del centro storico e del piano di utilizzo dei litorali a scopo ricreativo (P.U.L.), fondamentali strumenti urbanistici attuativi.
Il P.U.L. di Sassari è stato adottato con la con deliberazione Consiglio comunale n. 3 del 24 gennaio 2017 e prevede alcune scelte molto discutibili. Fra queste sicuramente la fruizione balneare “tradizionale”, cioè stabilimenti, chioschi, ombrelloni, come una qualsiasi “spiaggia urbana”, di Porto Ferro e della raccolta caletta di Lampianu – Rena Maiore.
Fra l’altro, pur interessando aree rientranti nella Rete Natura 2000 (S.I.C., Z.P.S.) con specifico piano di gestione, non risulta sottoposto preventivamente alla necessaria procedura di valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A.).
Il litorale e la spiaggia di Porto Ferro, con le sue tre Torri costiere del XVII secolo (Bantine Sale, Torre Negra, Torre Bianca), costituiscono un sistema costiero di rilevante importanza naturalistica ambientale e paesaggistica, con ambienti dunali e di macchia mediterranea di rara suggestione e bellezza. L’area è tutelata con specifico vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e con vincolo di conservazione integrale (della legge regionale n. 23/1993).
Nel piano paesaggistico regionale – P.P.R. l’area rientra nella fascia costiera (artt. 15, 19, 20 delle norme tecniche di attuazione), non trasformabile e destinata a conservazione integrale (campi dunali e sistemi di spiaggia). Inoltre, rientra nel sito di importanza comunitaria – S.I.C. “Lago di Baratz – Porto Ferro” (codice ITB011155), ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora.
La piccola caletta di Lampianu – Rena Maiore è un tratto di costa ancora selvaggio e integro, anch’essa tutelata con vincoli di conservazione integrale. Per giunta è di difficile accesso, per cui appare ancora più assurda l’ipotesi di ubicazione di uno stabilimento balneare.
Ambedue non rientrano, ovviamente, nel nòvero dei “litorali urbani”, individuati con deliberazione Giunta regionale n. 32/12 del 23 giugno 2015 (+ allegato), dove possono esser inserite strutture turistiche amovibili, ma permanenti.
Il P.U.L. di Sassari prevede l’abnorme previsione della realizzazione di ben tre stabilimenti balneari (482 sedie a sdraio e 225 ombrelloni) e relativi servizi sul litorale di Porto Ferro e un ulteriore stabilimento balneare nella caletta di Lampianu – Rena Maiore.
Così l’ha giustificata Gianni Carbini, Assessore comunale all’urbanistica, dimessosi polemicamente il 12 marzo per contrasti con il Sindaco Nicola Sanna: “una spiaggia inclusiva, aperta a tutti, anziani, bambini e disabili, con servizi per tutti, comprese passerelle in legno per la deambulazione facilitata, con possibilità di mettere in sicurezza, con appositi dispositivi, le discese sia alla spiaggia che alla battigia. E ancora, rispetto dell’ambiente e delle normative ambientali per le aree Sic, cioè per i siti di importanza comunitaria. È questa la filosofia che ha mosso la nostra amministrazione comunale nella redazione del piano di utilizzo del litorale”.
In realtà, sembra una riminizzazione strisciante di uno dei più integri litorali del Mediterraneo.
L’inopinata previsione di tre stabilimenti balneari a Porto Ferro, fra l’altro giustamente raggiungibile solo con una viabilità di modeste dimensioni, ha provocato finora una vera e propria rivolta popolare da parte delle tantissime persone che amano quella splendida costa sarda, riunitesi nel battagliero Comitato “Giù le mani da Porto Ferro!”.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha già inoltrato (2 marzo 2017) uno primo atto di intervento con “osservazioni” nella procedura di approvazione del P.U.L. di Sassari (ne seguirà un secondo) e ha messo a disposizione di chiunque voglia intervenire nella procedura un fac simile di atto di intervento con “osservazioni”, da richiedere all’indirizzo di posta elettronica grigsardegna5@gmail.com e poi da completare con i propri riferimenti e da inviare al Comune di Sassari.
Questo articolo è stato pubblicato dal Manifesto sardo il 16 marzo 2017