Bologna, la Banca del tempo del quartiere Reno-Borgo: "Nessuno è così povero da non poter donare un'ora"

19 Novembre 2016 /

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di Claudio Nappi, socio della Banca del tempo
Ecco solo alcune delle attività svolte:

  • corsi di cucito, inglese, informatica
  • Sostegno scolastico
  • progetti con anziani con il gruppo “Stare Insieme” del quartiere
  • Progetto con bambini a scuola e in sede (con “Sciamamma” per oltre due anni abbiamo organizzato animazioni all’aperto, pic nic per bambini, scambio vestiti/giochi e feste per carnevale e natale)
  • Colomba di pace – Help Ucraina (raccolta di indumenti e generi di prima necessità a favore dell’associazione Help Ucraina)
  • aperitivi letterari e Book Crossing (la Bdt ha a disposizione molti libri di vario genere che si possono portare, prendere e tenere, oppure riportare e far girare)


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Come conseguenza della crisi, come capacità resiliente della società: lo scambio a costo zero di qualunque oggetto non serva più, in cambio di un altro di cui si ha bisogno, vive un momento d’oro. E a parte i mercatini che si moltiplicano ovunque, anche online ci sono occasioni per fare Baratti d’oro. In Argentina prima e in Grecia poi, dove la crisi ha sconvolto la società, si sono create esperienze di baratto che hanno salvato e consolidato intere comunità e che vanno prese ad esempio non solo per le nazioni a maggior rischio crisi economica, bensì possono essere prese a modello per un diverso sistema economico, magari integrandolo dal basso.
Ritornando più da vicino sulle attività svolte dalla Bdt del quartiere Reno e Borgo, si segnala quanto segue. La Banca del tempo Reno-Borgo ha stretto sempre di più una collaborazione con le associazioni del quartiere Reno-Borgo e con il quartiere stesso: Appuntamenti fissi sono la festa del 2 giugno “Reno in festa..della repubblica” durante il quale i soci organizzano laboratori per bambini oppure, come nel 2013, piccoli eventi teatrali con le donne del corso di alfabetizzazione; la “Castagnata” alla Polisportiva Reno e la giornata di VolantAssociate a ottobre. Dal 2014 la Bdt ha partecipato attivamente al progetto estivo Community Lab (recentemente per realizzare una Biblioteca multimediale) con corsi di sostegno ai compiti estivi, corsi di fotografia e laboratori di elettromeccanica
Ultima iniziativa in ordine di tempo e tutt’ora in atto è l’ambizioso progetto riPRENDIAMO IL TRENO, in collaborazione con Noa Architetti. Nel distretto bolognese del la Barca, nel quartiere Reno è allocato un piccolo modello insediativo di alta qualità formale, disegnato da Giuseppe Vaccaro alla fine degli anni Cinquanta. È da tutti soprannominato il treno o la locomotiva, per via della sua forma allungata e costituita da spazi pieni e vuoti. La struttura è adiacente ad un ampio spazio verde.
Il progetto tende a stimolare lo spirito di aggregazione e cooperazione dei residenti della zona per una riqualificazione a 360 gradi della zona. Si rivolge strategicamente in modo particolare ai bambini, attraverso la creazione di piccoli laboratori per impiegare le loro energie creative, educando al rispetto e tutela dell’ambiente. Al tempo stesso si tende a coinvolgere le attività commerciali che vivono “all’interno del treno”, nondimeno i residenti della struttura abitativa.
Si tende a coinvolgerli nelle attività di tutela dell’ambiente, piccole attività di semina nel parco e costruzione di elementi di arredo urbano, tramite il laboratorio di falegnameria. In sintesi il progetto “si racconta”, nella sua parte conclusiva, con la creazione di un totem posto in posizione strategica, al centro del portico, contenente l’infografica e la narrazione del progetto, e contribuirà alla divulgazione presso i residenti degli obiettivi raggiunti dal progetto.
Sono molti gli esempi di baratto, in senso stretto e più ampio, che in Italia e nel mondo stanno invisibilmente cambiando l’economia e la politica reale dei territori. Un esempio trai i tanti, con tratti simili a quelli di riPRENDIAMO IL TRENO, è quello del comune di Monsanto. Da un articolo del Corriere.it: “Massarosa in Toscana è stato il primo comune ad adottare le regole previste dallo Sblocca Italia. Si scala il 50% della Tari a chi aiuta a pulire le strade, tagliare l’erba, accompagnare i ragazzi allo scuolabus. E si ricrea il senso della collettività”. Un luogo che oggi, grazie al «baratto amministrativo», è tornato a rivivere quell’antico splendore e spensieratezza. Perché qui le tasse non le paga quasi più nessuno: si barattano con il lavoro. Tra Lucca e Viareggio, Massarosa è stato il primo comune a introdurre il baratto amministrativo (…).
È infinito il numero di piccole e medie comunità, paesi e territori che sfidano le convenzioni e si riappropriano del territorio, non solo attraverso il baratto, ma portando nella vita di tutti i giorni valori come ecologia, integrazione, solidarietà e anche innovazioni tecnologiche. Quest’ultimo argomento, per essere affrontato adeguatamente, necessiterebbe almeno di un intero articolo dedicato.

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