Diritti, ideali e uguaglianza: politica e potere che non concedono accoglienza

8 Novembre 2016 /

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di Claudio Cossu
Un’ombra tenebrosa, lunga e densa di nubi malefiche incombe da qualche tempo sulla Francia e sull’Europa, nubi appartenenti a un eterno passato, quasi provenienti dagli inferi, nubi avviluppate a tradizioni arcaiche ed autoritarie, fatte di paure ed ansie nei confronti di ogni innovazione e aperture mentali. Timori ed angosce ancorati a miti quali onore e obbedienza, fedeltà, autoritarismi e culto della personalità, mentre si rallegrano le oligarchie finanziarie e i “salotti buoni” dei ricchi poteri delle multinazionali e dei gruppi monopolistici finanziari.
Poteri senza limiti, che sovrastano ormai la politica e l’economia spicciola europea. Desideri compulsivi di respingere e reprimere gli oppositori, i diritti e gli ideali dell’eguaglianza e dell’accoglienza si aggirano come avvoltoi. Si mascherano nell’ombra di Pètain e degli inquisitori di Dreyfuss, di Salan e dei propugnatori dell’Algeria francese, serva e colonizzata, dei paras torturatori, ombra che cerca di abbattersi su tutti i devoti della religione islamica, senza distinzione di sorta, dei miseri abitanti le “banlieu”.
Dimenticando che non tutti gli islamici sono terroristi e ancora spira gelido il vento di Vichy generato dalla paura degli attentati terroristici e dai politici quali Marine Le Pen, nonchè da tutti coloro che strumentalizzano, senza scrupoli, questo senso di smarrimento e di panico per il flusso di gente straniera in fuga dalle guerre e dalla fame patite in terre lontane.

Esseri umani che nulla chiedono se non un po’ di comprensione e di solidarietà, spesso di un solo tetto e di un focolare, disposti ai lavori più umili, che gli europei disdegnano . Ma dietro le quinte, dopo le molteplici mutagenesi, come una tetra “araba fenice” compare ancora, malefica e xenofoba l’alta finanza fatta dei debiti pubblici contratti nonché dai relativi interessi che gli stessi producono anche da noi, ignari cittadini e potenziali elettori del bel Paese terremotato.
Si erge e si espande minacciosa dalla Francia per sovrastare su tutta l’Europa, ergere mura e porre fili spinati che dividono famiglie e casolari, come testimoniano le recenti misure contrarie all’accoglienza adottate dall’Ungheria e dalla Polonia nonchè da altre nazioni ancora arroccate e chiuse. Ma a sollevare queste tenebre non sono state solo gli attentati terroristici recenti, sono stati anche motivi sociali ed economici, diseguaglianze causate dalle varie leggi di stabilità, dalla “spendye rewie” in genere, instaurate dai burocrati dell’UE, dal neo- liberalismo europeo, dalla parte grassa ed algida della Germania , dei sistemi creditizi e assicurativi e dalle attenzioni rivolte agli stessi poteri.
Che cercano di avvolgere gli stati europei, con i suoi i cittadini più disorientati e sprovveduti. L’aver dimenticato le classi meno abbienti, l’aver messo da parte il proletariato tout court, i relativi disagi e avere ridotto continuamente le tutele sociali, sminuito i diritti dei lavoratori , smussato senza equità la giustizia sociale, accantonato le esigenze degli operai e dei più deboli e indifesi. Misure adottate da parte di governi che si richiamano impropriamente al socialismo, ma solo a parole, come da noi – appunto – mentre i relativi governi si imbarcano in avventure geopolitiche di guerra, in Africa, Asia e nel medio-oriente.
Per cui, come scrive Alberto Burgio, quando Marine Le Pen “chiama il popolo a rivoltarsi contro le élites, si appropria di un tema storico della sinistra “, sinistra che non ha nemmeno affrontato questi variegati problemi e, se ha incontrato le tematiche sociali, ha pedissequamente seguito le tesi neo-liberiste dei grossi gruppi monopolistici. Sinistra che rischia di essere dominata dagli interessi e dai debiti, manovrata con maestria come la nostra, sì, quella italiana che al comando del Paese registra un debito pubblico, di ben 2.247 mila miliardi (agosto del 2016 – Dato della Banca d’Italia).
Debito pubblico che è costituito per l’84% da titoli di Stato di vario tipo, dalla conseguente spesa destinata a salire, nel triennio 2016-2018, da 84 miliardi di euro a 88 miliardi (dato della Banca d’Italia) per gli interessi prodotti. Questo il triste, vero, retroscena delle paure che si aggirano in Europa ed in particolare in Italia. Per nascondere, come aqccennato, i nostri, come quelli europei, debiti inconsciamente e stupidamente contratti. Per favorire il sistema creditizio di Banche e Assicurazioni e dei relativi titoli.
Ma i prestiti si ricontrattano, come fanno le aziende, di norma, e non si tagliano – come fa il Governo guidato dal “fiorentin, spirto bizzarro”, i servizi sanitari e, in genere, sociali. Il 4 dicembre diciamo tutti : “Basta con la rapina degli interessi passivi”.

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