Sardegna: con Mauro e contro la repressione

11 Marzo 2016 /

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Polizia e austerità
Polizia e austerità
del Manifesto sardo
Da almeno un anno a Cagliari si respira una brutta aria, almeno da quando il questore di Cagliari ha deciso di ignorare la costituzione italiana e costruire attorno al movimento pacifista e contro le basi militari quell’atmosfera di tensione e violenza che contraddistingue ogni manifestazione e iniziativa democratica di dissenso all’occupazione militare della Sardegna.
A farne le spese non sono solo gli attivisti antimilitaristi ma tutti coloro che frequentano la dimensione delle loro vite, familiari, amicizie e coinquilini, addirittura circoli privati. L’azione delle 6:30 di stamattina è molto lontana dai compiti delle forze dell’ordine di un Paese civile ma ricorda molto da vicino dinamiche repressive e intimidatorie utilizzate dalla polizia politica durante le dittature sudamericane.
Oggi all’alba, Mauro, attivista del movimento contro le basi è stato portato in caserma dai carabinieri con la surreale accusa di vilipendio alle forze armate. Sono stati sequestrati i suoi oggetti personali, i pc, manifesti e locandine di serate musicali ed eventi, non solo di Mauro ma anche dei suoi coinquilini che si trovavano in casa con lui. Successivamente c’è stata anche la perquisizione nel circolo ricreativo Defoult di Via Molise e altrettanti sequestri.

Le forze dell’ordine di un Paese democratico, che rispetta la sua carta costituzionale, dovrebbero prima di tutto garantire la sicurezza e dell’incolumità pubblica delle cittadine e dei cittadini, senza limitare le loro libertà e i loro diritti civili. Curioso notare come la repressione subita in queste ore da attivisti contro le basi militari accada mentre siamo di nuovo in procinto di innescare un’altra guerra in Libia.
La trasformazione di una manifestazione pacifica in un campo di battaglia con cariche e manganellate, gli episodi di oggi, sono il frutto di un clima di violenza gratuita che dovrebbe preoccupare e allarmare ogni persona sensibile all’azzeramento delle garanzie costituzionali e delle libertà individuali. Fino a quando dovrà durare questo clima?

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