di Gianfranco Amendola
“Fuori dai casi previsti dall’articolo 434, chiunque abusivamente cagiona un disastro ambientale è punito con la reclusione da 5 a 15 anni”. Questo è il testo del nuovo articolo 452-quater del codice penale contenuto nella proposta sui delitti ambientali che sta per essere definitivamente approvata alla Camera.
Avremo, così, unico Paese al mondo, il delitto di disastro ambientale “abusivo”, e cioè un disastro che può essere punito solo se commesso “abusivamente”. Altrimenti, il fatto non sussiste e l’imputato viene assolto. È evidente, infatti, che punire solo chi cagiona abusivamente un disastro ambientale o un inquinamento rilevante, significa, al contrario, accettare che possa essere lecito o, addirittura, autorizzato un disastro ambientale (con morti, devastazioni, eccetera). Purché non sia “abusivo”.
La realtà è che questa è la risposta dei poteri forti alle varie vicende Ilva, Eternit e così via con la chiara scelta di estromettere la magistratura da qualsiasi possibile intervento. Basta che una attività industriale abbia avuto dalla pubblica amministrazione un’autorizzazione e si può fare di tutto, anche a rischio della incolumità pubblica. Insomma, non evitare il disastro ma legittimarlo.
Se qualcuno è interessato, mi permetto di segnalare un mio articoletto appena uscito su Lexambiente a questo link. Se siete indignati quanto me, vi prego, cerchiamo di fare qualcosa finchè è ancora possibile. Facciamo un appello, una raccolta di firme, un dibattito pubblico.
Io tra poco vado in pensione ma ci sono i nostri figli e nipoti. E, francamente, sarei orgoglioso se la magistratura italiana facesse diventare una sua battaglia prioritaria quella contro il disastro ambientale abusivo. Nell’interesse dei cittadini tutti.