di Luigi Pandolfi
Domenica 11 gennaio la Croazia torna al voto per il turno di ballottaggio delle presidenziali. In campo sono rimasti il presidente uscente Ivo Josipović (centrosinistra) e l’ex titolare del dicastero degli esteri Kolinda Grabar-Kitarović (centrodestra). La novità del primo turno, tuttavia, non è stato il risultato dei due principali sfidanti – rispettivamente il 38,46% ed il 37,22% – ma l’affermazione di un candidato decisamente fuori dal coro. Col 16,42% dei consensi, il venticinquenne studente di ingegneria Ivan Vilibor Sinčić, esponente del movimento antagonista “Živi zid” (“Barriera umana”), una rete di un migliaio di attivisti che si presentano a ogni sfratto per impedire alla polizia di cacciare da casa chi non riesce più a pagare l’affitto, è stato senz’altro il vero protagonista di una campagna elettorale altrimenti stanca e ripetitiva.
Sinčić, originario di Karlovac, capelli lunghi tenuti col cerchietto, è anche il vice presidente di un’associazione per la protezione e l’assistenza alle vittime degli sgomberi forzati denominata “Stop sfratti” (in croato “Stop Deložacijama”). Fondata alla fine del 2012, negli ultimi mesi è stata protagonista di dure battaglie a favore dei senzatetto e degli sfrattati. «I croati sono quasi tutti proprietari della loro casa», ha dichiarato recentemente, «ma molto spesso i debiti li rendono schiavi delle banche». Per questo c’è bisogno, secondo lui, di una moratoria sugli sfratti e sulla confisca degli immobili, di uno sblocco dei conti correnti congelati dalla banche e della restituzione ai cittadini dei beni pubblici privatizzati selvaggiamente, senza alcun controllo, negli anni Novanta. Per queste battaglie Sinčić è stato arrestato ben cinque volte in due anni.
Il tema della casa, ovviamente, non è l’unico a caratterizzare il movimento che ha sostenuto la candidatura del giovane attivista, subito battezzato da alcuni media “lo Tsipras di Croazia”. In effetti ci sono molti punti in comune tra la piattaforma politica del movimento “Živi zid” e quella dei principali partiti della Sinistra europea, a cominciare da Syriza. Li divide però il giudizio sull’Unione europea e sull’Euro. Sinčić e i suoi insistono molto sul tema della “sovranità monetaria”, sostenendo che l’unica unità europea possibile sia quella fra nazioni libere, in grado di determinare autonomamente la propria politica economica e valutaria. «Dell’Europa dei banchieri e dei burocrati non sappiamo che farcene», ha tuonato in campagna elettorale la giovane promessa della politica croata, e una parte consistente del popolo sembra cha abbia approvato.
Questo articolo è stato pubblicato su L’Altra Europa con Tsipras – Comitato romano l’11 gennaio 2015 riprendendolo dal magazine online L’Inkiesta.it