di Loris Campetti
E bravo Marchionne che s’è comprato la Chrysler e questa volta per intero. Poi ci dicono che l’industria italiana è in liquidazione, quando invece succede che la Fiat diventa addirittura padrona di una delle tre big dell’automobile made in Usa. E bravo anche Ezio Mauro, il direttore di Repubblica che la scorsa settimana è riuscito a intervistare il super manager italo-canadese che paga le tasse in Svizzera facendogli esporre tutto, ma proprio tutto, il suo progetto industriale. Brava Repubblica, anche perché l’indomani dello scoop del direttore ha intervistato l’unico soggetto che ha l’ardire di polemizzare con la strategia e i comportamenti di Marchionne, il segretario della Fiom Maurizio Landini. È il pluralismo, è la stampa bellezza.
Sarebbe da miserabili – lo diciamo seriamente – criticare la scelta di Ezio Mauro di aprire la prima pagina e dedicare per intero la 2 e la 3 all’ad Fiat, mentre Landini è stato relegato a pagina 11, con un richiamo in prima di due centimetri per quattro: Marchionne è Marchionne, fa oscurare persino il Marchese del Grillo (“io so’ io e voi non siete un cazzo”). Ci permettiamo soltanto qualche domanda ingenua:
- a) come mai il direttore di Repubblica, pur ritenendo utile ascoltare l’indomani l’altra campana, nell’intervista fiume a Marchionne non gli fa una-domanda-una sul conflitto con la Fiom, sui diritti, sulle sentenze che lo condannano per antisindacalità, in particolare su quella della Corte costituzionale che dà ragione in tutto e per tutto alla Fiom, discriminata peggio che ai tempi di Valletta? Ora, non pretendiamo che Ezio Mauro si trasformi in Crozza, con la Fiom che tira i conigli morti sul finestrino dell’auto di Marchionne, ma almeno una domandina, posta rispettosamente, forse poteva farla;
- b) come mai al rispetto con cui viene intervistato Marchionne segue l’aggressione ai danni di Landini? Il giornalista Roberto Mania attacca così: “E allora, con il senno di poi, non ritiene di aver perso un’occasione? Perché non condividere il piano di rilancio Fiat?”. Piano che prevedeva 20 miliardi di investimenti in Italia per fare 1,4 milioni di vetture l’anno, mentre di vetture se ne fanno meno di 400 mila, tre stabilimenti sono stati chiusi e a Mirafiori si lavora tre giorni al mese. Qualche altra domanda, scelta a caso: “Non crede che gli altri sindacati siano oggi più forti?”, oppure “Non le sembra di essere un disco rotto che ripete sempre le stesse cose, senza che nessuno l’ascolti?”. Finale: “Ma la Fiom quanti iscritti ha perso nelle fabbriche Fiat?”;
- c) come mai quando Marchionne dice a Ezio Mauro che “gli operai torneranno tutti” al lavoro in fabbrica, il direttore di Repubblica non gli chiede: non le sembra di essere un disco rotto che ripete sempre le stesse cose?
Diciamolo con Humphrey Bogart: “È la stampa bellezza e tu non puoi farci niente… niente”.