di Noemi Pulvirenti
In questa storia non ci sono supereroi che combattono contro il male, ma c’è un male come la kriptonite per superman, che uccide l’uomo. Ed è l’acciaio. L’Ilva è il doloroso dramma di una collettività che fa i conti con i veleni che hanno contaminato l’aria di Taranto, dando luogo ad un’emergenza sanitaria, ambientale e sociale. Un’emergenza ancora piena di interrogativi.
Il libro Ilva. Comizi d’acciaio (Beccogiallo) è un approfondimento di saggistica a fumetti del giornalista Carlo Gubitosa e del fumettista Kanjano. Il duo collabora già dal 2009 quando fondarono la rivista Mamma.
Dietro ogni capitolo c’è una sapiente ricerca di dati, di storie e testimonianze che vengono restituite con una visione che la cronaca non può dare, perché incapace di muoversi così liberamente nello spazio e nel tempo. I protagonisti e le storie sono tante: si parte con il capitolo “Gli ulivi”, abbattuti per costruire lo stabilimento; si prosegue con “Il comunista” che narra le vicende di un pescatore nei primi anni dell’Ilva, per poi passare a “L’astronauta” e del letale apirolio che veniva maneggiato dagli operai senza cautela. Si conclude con i capitoli che affrontano le vicende dei minerali in Brasile, i disegni dei bambini dell’Ilva o di un formaggio pieno di diossina. Il finale è un pugno che arriva dritto allo stomaco.
Ma il libro non si esaurisce qui, infatti è stato raccolto talmente tanto materiale che uscirà un episodio extra sulle intercettazioni a cura dall’Associazione Altrainformazione. Aspettiamo con ansia la prossima puntata. Ed essendo cresciuta vicino alle risaie casalesi dell’Eternit mi auguro che questo duo possa raccontare anche quelle vicende.