di Daria Bonfietti, presidente Associazione parenti vittime strage di Ustica
Chiedo ai parlamentari bolognesi di impegnarsi per una rapida approvazione della ratifica della Convenzione Europea per la collaborazione in materia giudiziaria e penale del 29 maggio del 2000 come previsto da un disegno di legge appositamente presentato in questi giorni dagli onorevoli Verini e Amendola.
Credo sia inaccettabile che un Paese come il nostro, così legato quotidianamente a vincoli europei, non ratifichi dal 29 maggio del 2000 una convenzione, proprio europea, per la collaborazione in materia giudiziaria e penale. Come se non ci fossimo accorti di vivere in un mondo nel quale anche il malaffare è sempre più globalizzato e dove la collaborazione tra Stati è sempre più indispensabile.
Ho sollevato questa questione in occasione del recente anniversario della Strage di Ustica. Voglio ricordare che personalmente ho incontrato il problema quando, accompagnata dai parlamentari europei Caronna, Cofferati e Sassoli, ho chiesto al Parlamento europeo collaborazione per ottenere informazioni che potessero aiutare le indagini della procura di Roma. È stato proprio lo stesso Presidente Schultz a esprimere il rammarico per non poter fornire assistenza e comunque per il comportamento italiano che non ratifica i trattati internazionali.
Per Ustica, finalmente la ratifica della convenzione del 29 maggio 2000 non sarà certamente il grimaldello verso la verità, ma comunque può essere uno strumento per offrire collaborazione alla Magistratura, ma cancellerà la vergogna di scoprire che viene proprio dal nostro Paese l’ostacolo alla collaborazione internazionale. E bisogna anche considerare che questa non è la sola convenzione in materia di giustizia che il nostro Paese non sta ratificando. Credo dunque che ci sia la possibilità che dai parlamentari bolognesi possa venire un’azione diretta per l’approvazione di questa convenzione e per un intervento in generale sul Ministero della Giustizia per riordinare l’intera questione dei rapporti internazionali”.
Questo articolo è stato pubblicato sul sito dell’agenzia Dire il 16 settembre 2013