di Sergio Caserta
La non troppo calda serata estiva induce a chiacchierare all’aperto, le pareti affrescate di ogni genere di murales rendono tutto l’ambiente (estremamente cementifero) dell’XM24, uno spazio visivo caleidoscopico, vivacemente policromo.
Siamo nel pieno della vicenda già nota che prevede tra pochi giorni l’inizio dei lavori per la realizzazione di una nuova circolazione nell’area dell’ex mercato di via Fioravanti, sede dello storico spazio pubblico autogestito, e l’enorme urbanizzazione, in pratica un nuovo quartiere che si aggiunge agli esistenti, a partire dalla discussa (per ragioni architettoniche, ambientali e sanitarie) nuova sede del Comune al Liber Paradisus.
Riprendiamo il discorso dall’inizio: lo spazio pubblico autogestito in Via Fioravanti c’è da circa dodici anni, trasferitosi dalla prima sede di via Ranzani, in accordo col Comune (anno 2001 sindaco Guazzaloca) e senza un contratto o accordo scritto ma come si dice in gergo giuridico con un “gentleman Agreement”.
XM24 nel 2004 (dell’era cofferatiana) ha contribuito in maniera molto attiva al laboratorio d’urbanistica partecipata che precedette l’approvazione definitiva del progetto di nuovo quartiere Navile, ponendosi come soggetto attivo delle relazioni sociali nel territorio, contribuendo concretamente anche al miglioramento dell’impatto sociale e ambientale del piano. Alcuni dei progetti individuati nell’ambito del laboratorio sono stati in seguito sospesi per mancanza di fondi e in parte ripresi, come per il nuovo centro Katia Bertasi per il quale è prevista una radicale ristrutturazione; tutto il materiale del laboratorio è scaricabile dal sito dell’Urban Center.
In tutti questi anni il centro ha svolto un’attività molto intensa, sia dal punto di vista sociale e culturale che politica: la sua filosofia si basa su una gestione collettiva nella quale l’assemblea plenaria è il luogo (organo informale) di tutte le decisioni, in cui si discutono i progetti e si dirimono le controversie, si riunisce, infatti, ogni martedì alle 20.30. Da questa identità libertaria deriva anche parte dei problemi aperti con il Comune, in ordine alla definizione dei rapporti che regolano la concessione dello spazio pubblico.
L’attività spazia in campi diversissimi, i progetti sono la forza trainante del centro e oggi sono più di venti quelli consolidati, molti col tempo finiscono o proseguono al di fuori dello spazio, altri continuamente nascono ma non tutti durano, in questo senso XM24 è un laboratorio permanente come un organismo cerebrale collettivo, in cui gruppi e singoli hanno libero accesso per formulare le loro proposte, sempre discusse collettivamente e approvate nel caso dall’assemblea, per poi essere gestite in piena autonomia e responsabilità dai proponenti e da chi si aggrega.
È questa impostazione fedelmente perseguita e coerentemente applicata che impedisce l’identificazione di una struttura (associativo-legale) di tipo classico, in cui la responsabilità è gerarchizzata in un organo di tipo verticale. Non è il primo esempio di una gestione effettivamente collettiva e comunitaria, ma è sicuramente originale per articolazione, durata e ampiezza delle attività; non furono tali anche le prime mutue operaie create per sopportare i disagi degli scioperi e aiutare chi restava senza lavoro? E com’altro classificare le attività sociali spontanee e volontarie delle gloriose “case del popolo”, quand’erano luoghi di larghissime relazioni sociali o di alcune comunità cattoliche di base?
D’altro canto dal punto di vista giuridico, esistono fattispecie contemplate dai codici e dalle leggi paragonabili all’XM24, è il caso ad esempio dei “comitati” (art. 39 c.c.) che identificano aggregazioni collettive, in effetti quest’attività si avvicina molto al modello ONLUS: organizzazioni non lucrative di utilità sociale.
Ci sono progetti molto noti anche al pubblico più vasto come il mercatino della (in questo caso) associazione “campi aperti”, all’orto condiviso, ai laboratori di musica, alla scuola con i migranti, la banca del tempo, l’officina “ampio raggio” per insegnare l’autoriparazione delle bicilette, Al Sirat sportello d’informazione medico giuridica, il Coordinamento Migranti, RAL recupero arte legname, tele immagini, produzioni di audio e video solo per citarne alcuni.
Scorrendo il documento di presentazione “attività e progetti”, ci si rende conto dell’ampiezza e della portata culturale e sociale del centro, che danno spazio a esigenze di una massa di giovani e non giovani per esprimere la loro visione della vita, in modo attivo e costruttivo, insieme, questo certamente, a una visione politica ben definita, che si definisce “antifascista, antirazzista e antisessista” e che possiamo sinteticamente qualificare come alternativa alla società di mercato e al capitalismo, è troppo?
Ora tutto ciò è una premessa per segnalare che, dopo una lunga fase di rapporti, se non idilliaci, comunque non ostili e a tratti anche di collaborazione positiva con la città, intesa come amministrazione comunale, si profila con la realizzazione della rotonda tra via Fioravanti e via Gobetti il rischio di una rottura dagli sviluppi imprevedibili.
Dopo un’infinita serie d’incontri con il Comune per discutere del progetto, nel corso dei quali non si è riusciti a venir a capo di nulla, dopo dichiarazioni pubbliche del presidente di quartiere e di alcuni assessori che si sarebbe pervenuti a soluzioni condivise, emerge all’improvviso che sarà necessario se non subito tra alcuni anni, procedere all’abbattimento di una parte dello spazio autogestito per realizzare la nuova circolazione, a partire dal muro principale sul lato del piazzale che ospita la straordinaria opera del famoso street-artist BLU , che ricostruisce un episodio fantastico-mitologico-politico della vita dello centro di grande valore artistico e documentario.
XM24 conscio del rischio cui andava incontro, ha cercato in tutto questo lungo tempo di prevenire atti irreparabili, cercando il rapporto con l’amministrazione e ha prodotto autonomamente con l’aiuto di professionisti, un progetto di rotonda parzialmente diverso ma tale da evitare il coinvolgimento delle parti murarie del centro, consentendo in ogni caso l’utilizzo dello spazio aperto oggi destinato al mercato settimanale, una proposta di ragionevole mediazione, alla quale però l’amministrazione non ha dato finora alcuna risposta.
Sarebbe veramente incomprensibile se la soluzione alternativa proposta dallo spazio sociale, opportunamente verificata, risultasse perseguibile e invece ostinatamente da parte del comune s’intendesse dar luogo all’abbattimento, allora veramente il sospetto che altre siano le motivazioni, inconfessabili perché inaccettabili!
Osservando il murale/opera di BLU ci si può rendere conto della dimensione soprattutto umana che rappresenta quest’esperienza, agli occhi forse di benpensanti potrebbe apparire marginale e invece è incredibilmente viva, per centinaia, migliaia di persone che vi trovano motivazioni, soddisfazione e forse in alcuni casi la propria realizzazione. O vogliamo dimenticare l’alienazione contro cui devono combattere coloro che hanno meno strumenti di difesa, in questa società in crisi e senza molte prospettive?
È auspicabile che l’amministrazione sia in grado di confrontarsi apertamente e possibilmente in modo flessibile con lo spazio sociale, così come le ragazze e i ragazzi dell’XM24, dopo tanti anni di utile rodaggio, sappiano dare alla loro interessante esperienza quella cornice di carattere legale che interpreti anche sul piano delle responsabilità collettive ma chiare, il “contratto sociale” che il Comune richiede per consentirgli di proseguire l’affidamento dello spazio pubblico, di cui c’è certamente bisogno: è un compromesso possibile?
Ultimissime notizie: sembra che il Comune abbia deciso di dar avvio ai lavori da oggi, realizzando un progetto in parte diverso ma che comunque prevede l’abbattimento di parte dell’edificio del centro; il Comune non ha voluto mai nemmeno conoscere il progetto proposto da XM 24, non è un buon modo di gestire le cose, occorre rimediare.
Questo post è stato pubblicato sul blog di Sergio Caserta disponibile sul sito del Fatto Quotidiano