di Sandro Nanetti
“È possibile dire di no al consumo di suolo e dire sì al Passante Nord?” Se l’è chiesto il comitato di cittadini per l’alternativa al Passante Nord che, rispondendo negativamente, per dimostrare la sua posizione ha organizzato un convegno chiamando a raccolta molti dei relatori che circa un anno fa fecero il punto sullo stato dell’arte della “grande opera” che interessa la Provincia di Bologna.
Da più di un decennio Gianni Galli e Severino Ghini, animatori del comitato, spiegano come sarebbe razionale, per risolvere i problemi della mobilità del territorio, completare le tante “piccole opere utili”, ovvero terminare o ampliare diverse direttrici di traffico già esistenti e che da anni sono state ignorate o lasciate incomplete (come la trasversale di pianura) invece di puntare tutto sulla realizzazione di un nuovo anello autostradale a nord di Bologna. Questi quarantatre chilometri destinati ad asfaltare ulteriormente la fertile pianura bolognese si affiancherebbero all’attuale percorso contiguo alla tangenziale con il principale risultato, se mai realizzazione ci sarà, di distruggere irreversibilmente una immensa quantità di terreno oggi destinato a colture pregiate.
Con altrettanta costanza Galli e Ghini propongono la possibilità di intervenire sull’attuale sede di autostrada e tangenziale per ampliarla e ottenere, con un minimo impatto ambientale e costi infinitamente minori, quella soluzione ai problemi del traffico che oggi, anche chi è favorevole alla “grande opera”, ammette che il Passante Nord non realizzerà mai.
Mentre nel mondo multinazionali e stati esteri stanno facendo incetta di suolo poiché sono convinti della strategicità di una risorsa rara e in via di esaurimento, in Italia e in particolare in Emilia Romagna, si continua a ritenere che il progresso e la crescita possano coniugarsi solo con una selvaggia cementificazione.
Secondo i relatori, la responsabilità primaria di questo disastro è dei politici del PD che, pur mutando negli anni il marchio di fabbrica, governano la regione da quasi settant’anni e che, a parole, si dicono attenti alla difesa dell’ambiente ma, nei fatti, sono collusi con lobby economiche e poteri forti interessati solo al profitto immediato.
A dimostrare che il PD è una babele di lingue (e di anime) c’erano tuttavia i sindaci di Argelato e Castenaso, Andrea Tolomelli e Stefano Sermenghi, e Nicola Dall’Olio, capogruppo del partito a Parma, stavolta presente come esponente di Legambiente. Tutti si sono dichiarati contrari all’ oscuro balletto che provincia e regione stanno conducendo sul Passante Nord e hanno ribadito il loro dissenso, a meno di precise assicurazioni e dimostrazioni certe di vantaggi per i cittadini ottenibili con la realizzazione di questo confuso progetto. Per altro le informazioni attualmente in loro possesso escludono totalmente tale possibilità.
Sermenghi ha inoltre ricordato che un anno fa Provincia e Regione sostennero che se non si fossero prese decisioni sulla versione aggiornata del passante, il cosiddetto “passantino”, entro l’agosto 2012 si sarebbero persi finanziamenti e possibilità di realizzare questo fondamentale motore di sviluppo per l’economia del territorio. Ebbene, nello stesso mese di agosto, si fecero oltre dieci riunioni a Bologna con gli amministratori locali per poi far calare un silenzio tombale che tuttora persiste: da allora i comuni interessati non sanno più nulla se non che c’è chi ancora sta lavorando nell’ombra.
Il rappresentante di Legambiente ha ricordato che la Commissione Europea ha posto agli stati membri un obiettivo da raggiungersi entro il 2050: consumo “netto” del suolo pari a zero. Nel concludere la riunione, Gianni Galli, in velata polemica con il presidente del Bologna Guaraldi, ha precisato che il Comitato vuole tenersi equidistante dai partiti e non si propone di entrare in politica. Alla politica e ai partiti intende fornire stimoli per una diversa attenzione all’ambiente.
E vuole proseguire la sua opera di informazione diretta ai cittadini dei comuni della pianura interessati dal progetto, ma anche a quelli di Bologna città, per renderli consapevoli di quanto la lotta contro la realizzazione del passante Nord sia una questione importante per tutti e con effetti che tutti riguarda direttamente.
Sempre che pensare al futuro dei figli e dei figli dei figli sia ancora considerata cosa buona e giusta. Un’ultima annotazione: ci sono leggi regionali che impongono il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte di politica urbanistica e ambientale. C’è qualche amministratore regionale o provinciale che se ne ricorda?