Granarolo: la provincia bolognese tra passante nord e "cantera" rossoblù

13 Novembre 2012 /

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di Sandro Nanetti
Il ministro dell’Ambiente, Mario Catania, ha puntato il dito sull’appena autorizzato progetto di nuovo centro sportivo del Bologna e sul passante autostradale che, nonostante un primo parere contrario dell’Unione Europea, gli enti territoriali stanno surrettiziamente cercando di rimettere in pista. “Noi tutti, in Emilia e fuori dall’Emilia, dovremmo pensarci dieci volte prima di autorizzare ulteriore consumo di terreno agricolo in un Paese che ha già bruciato cinque milioni di ettari negli ultimi 40 anni” sono le sue parole.
Sui quotidiani si può leggere che il vicepresidente della Provincia, Giacomo Venturi, “abbozza” e conferma che saranno evitati futuri ulteriori consumi: i piani di ulteriore espansione edilizia incontrollata, infatti, ci sono ma la crisi economica li ha arrestati. Per l’intanto il progetto della nuova casa rossoblù va bene così e al Passantino (non lo dice) ma, sotto sotto, stanno lavorando. Il sindaco di Granarolo, Loretta Lambertini, non condivide le parole del Ministro e difende il nuovo Centro Sportivo che dovrà portare lustro (e non solo) al suo comune.
Per capire che aria tira a Granarolo dell’Emilia abbiamo partecipato all’assemblea indetta dal Comitato per l’alternativa al passante nord. L’amministrazione comunale, a differenza di quel che è successo nelle assemblee che si sono svolte in altri comuni, non è rappresentata dal sindaco né da qualche assessore. L’unica presenza “politica” e quella del capogruppo della locale lista civica di opposizione.

La sala è così affollata di cittadini comuni preoccupati perché il loro territorio è interessato dal passante nord (sia nella versione originaria che in quella ridotta, il “passantino”), dalla cosiddetta cantera del Bologna, da una pianificazione urbanistica che ha già alterato grandemente il territorio e promette ulteriori sperperi di terreno agricolo, considerati gli ulteriori metri cubi di cemento e nastri d’asfalto già approvati ma momentaneamente “in sonno” per i morsi della crisi. Il tutto in un’area che ospita da anni il termovalorizzatore di Bologna.
E pensare che proprio nei cartelli esposti dall’aministrazione comunale si può leggere che in quello che resta del territorio coltivabile ci sono i segni indelebili della centuriazione romana, testimonianza della natura agricola di un territorio che dal suo antico impiego come un vero e proprio “granaio” per la città di Bologna ha tratto il suo nome.
Sono molte le domande che i presenti rivolgono a Gianni Galli e Severino Ghini, i relatori per conto del Comitato, e fra tutte spicca l’interrogativo sul ” che fare” per contrastare l’alleanza tra le grandi cooperative di costruzione e parti consistenti del Pd. La risposta è che sul passante nord c’è una grande attenzione a cosa dirà l’Unione Europea che, anche a seguito dell’intervento del comitato, conferma il no della Comunità Europea all’affido diretto ad Autostrade della realizzazione del passante nord senza bando di gara europeo.
Pertanto la versione del passante nord attualmente inserita nel piano territoriale di coordinamento provinciale e assunta nei piani strutturali comunali non è realizzabile da Autostrade senza bando di gara. Sempre dalla Comunità Europea è partita una richiesta di chiarimenti allo Stato italiano anche per il passantino. L’importante è quindi, a dire di Galli e Ghini, proseguire a vigilare su questi progetti che, in base alla legge regionale, dovrebbero essere oggetto di un confronto diffuso e di una progettualità condivisa con le cittadinanze interessate ma che, in realtà, sono decisi nelle segrete stanze, a seguito di trattative “opache”.
A proposito del nuovo centro sportivo rossoblù, invece, si prevedono prossime iniziative specifiche.

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