Nasce il Comitato nazionale No biogas

21 Ottobre 2012 /

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di Massimo Corsini
Il 20 Ottobre 2012, a Bagnarola di Budrio, si è tenuto il secondo e fondamentale incontro del nascente comitato nazionale contro le centrali a biogas. Sarebbe più esatto dire le cattive centrali a biogas, che probabilmente sono anche la maggioranza, purtroppo. Il primo incontro si era tenuto in Piemonte a Bra, in casa Slow Food, mentre ieri, a Bagnarola, si sono dati appuntamento quasi tutti i coordinamenti regionali per scegliere un nome, discutere e darsi uno statuto comune. Quest’ultimo è ancora in corso d’opera, ma il primo c’è. Il comitato nazionale si chiama: “Coordinamento nazionale Terre Nostre. Comitati no biogas e biomasse e per la tutela della salute e dell’ambiente”. Per chi non lo sapesse, anche in Emilia Romagna c’è un neonato comitato regionale, che ha visto la luce circa due settimane fa con un suo statuto e l’adesione di tutti i comitati della regione impegnati in battaglie contro costruttori del biogas e amministrazioni conniventi.

Il presidente è Patrizia Soverini, già presidente del comitato “Mezzolara per l’ambiente”, frazione della bassa bolognese che, alle ultime elezioni, causa biogas, ha rischiato di fare la pelle all’amministrazione targata PD. A Bagnarola, ieri, erano presenti: la Lombardia e il Piemonte, rappresentati dalla persona del professor Michele Corti,docente di sistemi zootecnici alla Statale di Milano, il Friuli rappresentato dal Cordicom con tanto di presidente e delegato di ogni provincia, il Veneto, le Marche, l’Emilia Romagna rappresentata appunto da Patrizia Soverini che ieri ha fatto gli omaggi di casa e con lei anche i numerosi altri componenti presenti ieri all’incontro. Era presente la regione Umbria, la bassa Toscana ed il Lazio ( a Cerveteri vogliono costruire un impianto sui siti archeologici etruschi). Da notare: della bassa Toscana fa parte anche il comitato di Capalbio che due sabati fa ha ospitato un summit particolarmente ricco grazie all’interessamento di alcune personalità di spicco come Furio Colombo ed il vice presidente di Italia Nostra Nicola Caracciolo (la guest star dell’evento è stata in realtà lo scienziato tedesco Bohnel famoso per aver ipotizzato che l’elevato numero di morti verificatosi l’anno scorso in Germania per una misteriosa epidemia sia stato causato dal botulino presente nel digestato proveniente da biomassa). Erano da considerarsi presenti, ma con delega, anche la Liguria e l’Abruzzo. Alla retorica domanda posta al professor Corti su quali obiettivi ci si ponga con la nascita del comitato nazionale, il docente ha risposto chiaramente: “Intanto il comitato sarà fondamentale per scambiare informazioni. Molti di noi non sono riusciti a fermare la nascita di centrali, allora dobbiamo chiederci quali sono le azioni più efficaci per poter condurre una lotta: se sono legali, politiche, mediatiche o di formazione tecnica. Non escludiamo di poter muovere azioni a livello di commissione parlamentare. Vogliamo portare una rappresentanza dei sacrosanti interessi -salute e ambiente sostanzialmente- di chi finora non è stato rappresentato”. Corti sottolinea sostanzialmente il lavoro di rete che verrà quindi imbastito “armando” i singoli comitati degli strumenti necessari. “Si pensi soltanto ai progetti di centrali che, fino a qualche tempo fa, venivano presentati in modo approssimativo senza che gli enti amministrativi preposti al controllo, spesso purtroppo collusi, facessero una piega”.

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